30 dicembre 2006

Abbiamo portato la civiltà

A prescindere da tutto quello che aveva fatto, questo trionfo della pena di morte, e della sua esibizione sui mezzi d'informazione, è un'altra prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di come la barbarie stia prevalendo, anche tra quelli che si autoimpartiscono il titolo di portatori di civiltà. Dall'ANSA:

Saddam Hussein impiccato all'alba
Lo ha annunciato la tv araba al Hurra

(ANSA) - NEW YORK, 30 DIC - Saddam Hussein e' stato impiccato all'alba di oggi. Lo ha annunciato la televisione irachena al Hurrah. Un giudice negli Stati Uniti aveva respinto un appello dell'ultim'ora dell'ex presidente iracheno per evitare l'esecuzione. Saddam era stato condannato a morte per il massacro nel 1982 di 148 uomini e ragazzi sciiti.
E perché non infliggere un uguale trattamento a chi Saddam Hussein ha posto e mantenuto al potere? Forse perché i responsabili si trovano nei corridoi dei palazzi governativi dei paesi industrializzati?

Invitiamo i nostri lettori ad una boccata di civiltà, quella vera, andando a visitare il sito dell'associazione Nessuno tocchi Caino. Nella speranza che la pena di morte scompaia un giorno dalla faccia del pianeta.

29 dicembre 2006

I disastri che verranno

Ci attende un futuro con un numero sempre maggiore di catastrofi naturali. Non lo dice mica uno qualunque, ma Munich Re, la maggiore compagnia di riassicurazioni del mondo. Da Agi online:

CLIMA: MUNICH RE PREVEDE AUMENTO CATASTROFI NATURALI
(AGI/REUTERS) - Francoforte, 28 dic. - La compagnia tedesca Munich Re, numero uno mondiali delle riassicurazioni, prevede l'aumento delle catastrofi naturali collegate al surriscaldamento del clima. Torsten Jeworrek, membro dell'esecutivo di Munich Re, rileva che per le compagnie assicuratrici e di riassicurazione il rischio di nuove catastrofi naturali e' portatore di forti perdite potenziali.
Nel 2004 e nel 2005 Munich Re e le altre big del settore hanno subito forti perdite a causa dei danni procurati dall'uragano Katrina negli Usa, mentre nel 2006 la situazione e' migliorata.
A dicembre di quest'anno il settore assicurativo ha subito 15 miliardi di di dollari perdite, contro i 99 miliardi del 2005.
"Questo fatto positivo - spiega Jeworrek - e' dovuto all'assenza di grossi uragani nell'Atlantico del Nord". "Oggi - aggiunge - nessuno mette piu' seriamente in discussione l'esistenza dei cambiamenti climatici e nel lungo termine cio' determinera' un aumento delle catastrofi naturali". (AGI) Gaa 281536 DIC 06 .

27 dicembre 2006

Caro, hai preso la mascherina?

Una notizia dell'ANSA:

CINA: CHIUSI AEROPORTI PER NEBBIA E SMOG
PECHINO - Decine di migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati a terra in Cina, dove centinaia di voli sono stati cancellati per la nebbia e lo smog nel nord, centro ed est del Paese e dove le autorità hanno diramato avvisi alla popolazione di non uscire di casa senza mascherine, riferiscono oggi i media.
"In alcune province alla gente è stato consigliato di indossare mascherine perché lo smog contiene sostanze inquinanti come monossido di carbonio", si legge sull'agenzia Nuova Cina. Oltre a diversi aeroporti chiusi da stamattina (fra questi quelli di Nanjing, Hangzhou, Hafei e Jinan), la nebbia ha provocato la chiusura di alcune autostrade, come nella regione di Lanzhou, nel nord-est, dopo una serie di incidenti in cui sono morte almeno due persone. Perché lo smog si disperda si attende ora l'arrivo dei venti gelidi dalla Siberia, che potrebbero però far precipitare la temperatura a -10 gradi centigradi o anche meno.
Incidentalmente, va osservato che contro il monossido di carbonio la mascherina non serve proprio a nulla. A parte questo dettaglio, i cinesi stanno pagando un prezzo sempre più salato per la sfrenata industrializzazione del paese. Vogliamo in particolare ricordare le miniere di carbone, che ogni anno mietono migliaia di vittime (6000 nel 2004 e altrettanti nel 2005), e producono centinaia di migliaia di gravi patologie polmonari: si stima che i malati di queste patologie possano essere addirittura due milioni.

Non fa male ricordare che questo prezzo in vite e sofferenze è anche alla base dell'abbondanza di merci a basso costo qui da noi. Inclusi molti dei regali che abbiamo trovato sotto l'albero.

24 dicembre 2006

Buon Natale


Anche nel classico post natalizio, non vogliamo rinunciare alla visione dark che abbiamo del mondo. E allora, accompagniamo l'augurio a tutti i nostri lettori di un buon Natale pieno di pace e serenità con una vignetta dell'artista cinese Xia Dachuan, che bene esemplifica dove la riduzione del Natale ad apoteosi del consumismo ci sta conducendo. A risentirci presto.

21 dicembre 2006

Guerra eterna

Il presidente Bush ha annunciato che tutto sommato le cose in Iraq non vanno poi tanto bene, e che nel nuovo anno manderà 30.000 nuovi soldati, mentre il Pentagono preme perché la Casa Bianca procuri altri 100 miliardi di dollari per le guerre in Iraq e Afghanistan (dal Guardian).

Mi viene in mente il bel romanzo di fantascienza di Joe Haldeman, "Guerra eterna". La direzione intrapresa mi pare quella.

17 dicembre 2006

Inversione di rotta

Inversione di rotta, ma non dell'uomo nella sua opera di devastazione del clima. Viceversa, sono gli uccelli migratori a decidere che non vale la pena migrare, visto il caldo che fa, e a tornare indietro. E gli orsi non riescono a dormire. Ecco la notizia dell'ANSA:

Finlandia: uccelli invertono rotta
Per il clima troppo mite non partono o tornano indietro
(ANSA) - HELSINKI, 15 DIC - Con un inverno cosi' mite anche in Finlandia, molte specie di uccelli migratori hanno invertito la rotta e sono tornati nel nord Europa. Gli esperti hanno spiegato che il clima straordinariamente clemente per un inverno finlandese sta dando problemi agli orsi che vivono nel parte meridionale del paese: faticano a cadere in letargo ed escono dalle tane. Intanto in questi giorni i merli si sono rimessi a cantare e le anatre selvatiche si accoppiano con molti mesi di anticipo.

15 dicembre 2006

Calda Inghilterra

Il Centro meteorologico e l'Unità di Ricerca sul Clima della University of East Anglia hanno pubblicato un rapporto secondo cui il 2006 è stato in Inghilterra l'anno più caldo mai registrato da quando si misurano i dati meteo, ovvero dal 1659. Fra i dieci anni inglesi più caldi di sempre, nove sono compresi nel periodo fra il 1990 e il 2006. Insomma, il riscaldamento del globo continua implacabile.

Fonte: ANSA

14 dicembre 2006

Rashid assolto

Pensavate forse che nel post sulle prove di fascismo io minimizzassi troppo l'allarme di questa estate sui terroristi che volevano far esplodere aerei con esplosivi liquidi? Ebbene, giunge ora la notizia che Rashid Rauf, un britannico di origine pakistana che era considerato a capo del complotto, è stato assolto da un giudice pakistano, in quanto non sussitono prove sufficienti che abbia organizzato questo complotto. Rashid non sarà più processato da un tribunale antiterrorismo, ma subirà solo un processo per alcune accuse minori, come quella di contraffazione.

Ovviamente qualcuno potrà dire che il giudice pakistano, certamente musulmano, è anch'egli complice. Ma non dobbiamo dimenticare che il Pakistan è un ottimo alleato degli USA, e dunque sembra più logico ritenere che se Rashid è stato prosciolto è semplicemente perché le prove erano effettivamente inconsistenti, e forse il complotto neanche esisteva.

Intanto, però, noi ci becchiamo i nuovi ferrei controlli aeroportuali. E ci abituiamo, lentamente ci abituiamo...

Andato

La spedizione sullo Yang-tze ha concluso il suo lavoro. E' ufficiale. Il delfino baiji, di cui abbiamo già parlato, è estinto. Così come il rinoceronte nero occidentale. Ce lo conferma Blogeko. Un patrimonio, frutto di milioni di anni di evoluzione, perduto per sempre. Meraviglie che smettono di esistere sotto l'implacabile avanzata dell'uomo. Addio, baiji.

08 dicembre 2006

Prove di fascismo

Come molti di voi sapranno, il 6 novembre sono entrate in vigore a livello europeo le nuove norme relative ai controlli di sicurezza negli aeroporti. Queste norme risultano particlarmente vessatorie e limitative della libertà personale dei viaggiatori, già oppressi da controlli più degni di un regime totalitario che del piacere di un viaggio. In pratica, come dopo l'11 settembre non è stato più possibile portare con sé oggetti di uso comune quali forbicine o forchette, ora è vietato portare liquidi, se non in quantità ridottissime e chiusi in apposito sacchetto (e volgiamo qui un pensiero alle tonnellate di plastica che verranno prodotte per questo nuovo utilizzo).

La motivazione di questo nuovo giro di vite è la possibilità per eventuali terroristi suicidi di imbarcarsi portando con sé esplosivi liquidi celati in confezioni all'apparenza innocue. L'allarme nei riguardi di questa possibilità è nato il 10 agosto di quest'anno, quando le autorità inglesi sventarono un tentativo del genere che un gruppo di terroristi islamici voleva mettere in atto su voli in partenza da Londra.

Peccato però che l'allarme si sia rivelato inconsistente, o più probabilmente una montatura. Come ci spiega Giulietto Chiesa, realizzare l'esplosivo liquido secondo lo schema proposto, che prevede la miscelazione in volo di sostanze chimiche, è praticamente impossibile su un aereo, o comunque al di fuori di un laboratorio chimico. Del resto, dubbi su questo allarme erano stati espressi fin da subito anche da Craig Murray, che è stato tra i giovani diplomatici più brillanti e promettenti del Regno Unito prima di essere defenestrato per aver denunciato pesanti violazioni dei diritti umani da parte del regime dell'Uzbekistan, finanziato dagli USA (una traduzione dell'articolo di Murray, gentilmente fornita da Mirumir, si trova qui).

Dunque? Norme probabilmente inutili, e certamente vessatorie, che si applicheranno a milioni di persone sono state introdotte sulla base di un falso allarme. Come del resto inutili sono le norme che proibiscono di portare in aereo coltelli o altri oggetti appuntiti, vista l'esistenza di coltelli di ceramica, non rilevabili dal metal detector che controlla ciò che uno si porta addosso. Del resto, controllare milioni di passeggeri in modo accurato è sostanzialmente impossibile, come hanno mostrato giornalisti ed esperti di sicurezza che a scopo dimostrativo hanno superato i controlli portando oggetti proibiti.

Più semplicemente, gli aeroporti sono il banco di prova per tecnologie di controllo sociale che potranno poi essere introdotte in altri settori della società: si pensi ai metal detector, che oggi si trovano anche all'ingresso di edifici quali i tribunali, e negli USA addirittura nelle scuole. E soprattutto negli aeroporti si ammaestrano le persone al fatto che devono essere disponibili a rinunciare a quote della loro libertà in nome della sicurezza. Si prepara insomma la strada ai nuovi fascismi che verranno, che saranno indispensabili per mantenere le disparità sociali che deriveranno dalla progressiva scarsità di risorse naturali, in un pianeta sempre più affollato.

04 dicembre 2006

Superbolletta

Notizia ANSA:

Energia: fattura record Italia 2006
Si profila massimo storico per bolletta nazionale
(ANSA) - ROMA, 4 DIC - La bolletta energetica italiana rischia di toccare a fine 2006 il record di tutti i tempi, raggiungendo i 48 miliardi di euro. Il prezzo pagato dall'azienda Italia per l'approvvigionamento di energia dall'estero, secondo le prime stime, sarà di quasi 12 miliardi in più rispetto ai 36,5 miliardi della fattura 2005. A pesare sui conti, oltre alle fiammate del petrolio, anche la crisi del gas dello scorso inverno, che ha innescato un rincaro del prezzo del metano.
E intanto, per accedere ai contributi "in conto energia" per gli impianti fotovoltaici occorre sottostare ad una burocrazia infinita (vedi anche qui).

03 dicembre 2006

Uno di meno

Il baji è un delfino d'acqua dolce che vive nello Yangtze, il grande fiume cinese. O forse dovremmo dire "viveva". Una spedizione partita con l'intenzione di catturare un po' di coppie di questo delfino in via di estinzione, allo scopo di trasportarle in una riserva protetta, al fine di salvaguardare la specie, non ha trovato neppure un esemplare, come racconta il Guardian. Che aggiunge: "la pressione posta da una popolazione di 400 milioni di persone - un ventesimo della popolazione mondiale - sta facendo pagare un prezzo salato ad un fiume che una volta era una delle zone con maggiore biodiversità del mondo". L'esperto Wang Ding, il più eminente studioso cinese del baji, stima che le riserve di pesce nel fiume si siano dimezzate negli ultimi dieci anni, e molte specie sono in via di estinzione. Fra esse l'alligatore cinese, la salamandra gigante dello Yangtze e due diverse specie di storione.

Per il momento, sembra proprio che una delle più belle specie di delfino di fiume sia completamente estinta. Una perdita irrimediabile, un pezzetto del creato distrutto per sempre.
Se volete, potete seguire il blog della spedizione. Io non credo di averne il coraggio.

(via Blogeko)

26 novembre 2006

Brazil

Apprendiamo dal blog di Mirumir che l'altroieri a Trieste, nell'ambito di Science Plus Fiction, festival del cinema di fantascienza, era presente Terry Gilliam, per una proiezione del suo ultimo film, Tideland, del 2005. Che, ovviamente, non trova distributori nell'Italia del cinema globalizzato, nonostante che sia, a detta di Mirumir, "davvero bellissimo" (o forse proprio per questo).

Gilliam ha dichiarato: "Quando eravamo negli Stati Uniti abbiamo pensato di far causa a Bush e alla sua cricca per aver cercato di fare un remake di Brazil. Che poi faceva anche meno ridere".

In effetti, ci sono inquietanti analogie tra la società totalitaria descritta nel bellissimo Brazil (se non l'avete già visto, dovete rimediare assolutamente) e certe pratiche promosse dall'amministrazione Bush. Un esempio è dato dalle due foto qui accluse. A voi di dire quale è Brazil e quale Guantanamo (cliccare per ingrandire). In realtà è facile, cambia il tono dei colori.

22 novembre 2006

Autunno

21 novembre 2006

Bullismo

Alcuni gravi fatti di cronaca che hanno visto come protagonisti dei minorenni hanno portato l'attenzione dei mezzi di comunicazione sul fenomeno del bullismo tra i giovani e nelle scuole, che a quanto pare è estremamente diffuso (vedi anche notizia ANSA).

Ciò che pochi sembrano disposti a riconoscere però è il fatto che la violenza e la voglia di sopraffazione diffuse tra i giovani non sono altro che lo specchio di ciò che avviene nella società. Sotto la facciata di perbenismo, la nostra società è in realtà permeata di violenza. Non violenza fisica, ma violenza intesa come desiderio di sopraffazione del prossimo.

Questo non può stupire. Innanzitutto perché il fondamento stesso del benessere di cui godono le società industrializzate è la sopraffazione di popolazioni lontane e l'appropriazione indebita delle loro risorse naturali, quello che con una parola desueta ma sempre attuale si chiama colonialismo. Ma anche perché decenni di supina accettazione delle "virtù" del libero mercato ci hanno portato a considerare come normale un rapporto tra le persone basato sullo scontro e non sulla collaborazione reciproca. Non per nulla, i segmenti di società in cui la violenza strisciante si palesa maggiormente sono quelli dell'imprenditoria e dell'artigianato, dove la mancanza di "reti di sicurezza" pone l'alternativa tra il galleggiare (economicamente parlando) e l'annegare, e se il galleggiare prevede mandare a fondo il prossimo, tanto peggio.

Intendiamoci, il libero mercato è un eccezionale strumento di allocazione ottimale delle risorse (peccato però che non consideri il valore intrinseco delle risorse naturali non rinnovabili). Il punto però è che questa allocazione ottimale viene realizzata al prezzo di mettere gli individui gli uni contro gli altri, ovvero di favorire la competizione a scapito della cooperazione, secondo la parola d'ordine che il perseguimento del vantaggio personale sarà di vantaggio anche per la società. Ovvio che da questa continua contrapposizione risulti una violenza strisciante, che pur non concretizzandosi in atti violenti propriamente detti (salvo casi particolari, in cui emerge in maniera dirompente, spesso in persone "insospettabili"), dà origine a rapporti umani permeati da sfiducia e da tentativi di sopraffazione. Chiunque di voi abbia preso una "fregatura" commerciale sa di cosa parlo. Io frego te per rifarmi del fatto che qualcuno ha fregato me. Ti faccio pagare più del dovuto per rifarmi del fatto che c'è chi non mi paga. Ti faccio causa perché la ditta che ti ha fatto il lavoro non mi ha pagato, e allora mi appiglio a cavilli legali per rifarmi su di te, anche se so che tu la ditta l'avevi già pagata (accade al sottoscritto). Ovvero, l'espressione nell'arena economica di quello che in altre sfere si chiama bullismo o nonnismo.

Dovremmo poi sorprenderci che i giovani seguano la medesima via nei loro rapporti reciproci? A dimostrazione di quanto dico, in uno dei gravi fatti di cronaca citati all'inizio il magistrato ha inflitto una condanna ai genitori, i quali negavano o minimizzavano la gravità del gesto (abuso sesssuale verso una undicenne) compiuto dai figli. Non vogliamo discutere della giustezza del provvedimento, ma solo citare questo caso a riprova del fatto che la violenza e il bullismo dei ragazzi trovano alimento in ciò che apprendono in famiglia, la quale a loro volta rispecchia i valori correnti della società.

La corsa verso il baratro è fatta anche di questo, di un sistema sociale in cui ogni individuo pensa solo a sé e alla propria famiglia, e trascorre la propria vita a combattere (metaforicamente) con coloro che lo circondano, e a sfruttare una fetta più grande possibile dei beni comuni. Questo comportamento, preso collettivamente, lungi dal produrre un beneficio complessivo, sta portando al collasso della nostra casa comune, il pianeta Terra, e getta le basi di conflitti che, man mano che le risorse inizieranno a scarseggiare, diventeranno sempre più gravi. Finché finiremo per accoltellarci a vicenda per le ultime gocce di benzina, o per il grano insufficiente per tutti, sempre nella convinzione di stare facendo il bene comune.

17 novembre 2006

Piccole potenze nucleari crescono

Il Senato USA ha approvato uno storico accordo di collaborazione nucleare con l'India, paese che non ha firmato il trattato di non proliferazione delle armi nucleari. L'accordo prevede il trasferimento di tecnologia nucleare civile all'India. Ma si sa che tra civile e militare, in campo nucleare, il passo è breve. Perché l'India sì e l'Iran no? Forse perché l'India ha una funzione strategica in chiave anti-cinese?

Nel frattempo, il Pakistan, storico antagonista dell'India, ha effettuato un test del missile balistico a medio raggio Hatf 5 in grado di portare testate nucleari. Il missile ha una gittata di 1300 km, e può colpire l'India. Si prevede che l'India risponderà con un test analogo.

A me questi giochi di guerra mettono i brividi. E a voi?

14 novembre 2006

Facili prede

Oggi ho letto un post che mi ha colpito, in un blog su cui capitavo per la prima volta. Ve lo segnalo. Non so se tutto ciò che l'autore descrive è proprio così, o se ci ha messo un po' di ars scrivendi, ma è comunque uno spaccato terribilmente realistico di un società in rotta verso il baratro. La nostra.

13 novembre 2006

Il papa, la fame e le risorse globali

Domenica all'Angelus papa Benedetto XVI ha detto delle cose che ci sono piaciute. Ha parlato della fame nel mondo, ricordando come 800 milioni di persone siano sottoalimentate. E ha detto che "per incidere su larga scala è necessario convertire il modello di sviluppo globale; lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed energetiche". Ancora, "Certamente occorre eliminare le cause strutturali legate al sistema di governo dell’economia mondiale, che destina la maggior parte delle risorse del pianeta a una minoranza della popolazione. "

Questo è un blog laico, ma ci piace riportare anche parole di fonte religiosa, quanco ci sembra che vadano al cuore dei problemi. E ringraziamo il papa per aver ricordato che fame, problemi ambientali ed energetici sono riconducibili alla medesima radice, e per aver parlato contro le disuguaglianze. Per completezza, vogliamo anche obiettare che alla necessità di modificare il modello di sviluppo globale andrebbe affiancata quella di limitare la crescita della popolazione, non certo in modo coercitivo, ma rendendo disponibili a tutti gli uomini e soprattutto a tutte le donne le tecniche anticoncezionali. Questo perché in un pianeta di dimensioni finite le risorse pro capite saranno sempre meno quanto più grande sarà la popolazione umana. E perché molti ecosistemi sono al collasso proprio a causa della pressione antropica. Su questo, la Chiesa è purtroppo ancora molto indietro, e sta dalla stessa parte di quegli sviluppisti che si ostinano ad ignorare il fatto che viviamo in un pianeta di dimensioni e risorse finite.

Comunque sia, speriamo che questo discorso di Benedetto XVI sia preludio ad una sempre maggiore coscienza anche da parte cattolica dello stato di crisi che affligge il nostro amato pianeta, e che questo porti a stemperare l'ostinato antropocentrismo in una visione globale che veda l'uomo e l'ambiente come un insieme inscindibile, in cui la salvaguardia del secondo è necessaria per la vita del primo. Insomma, una "difesa della vita" che consideri tutte le molteplici forme che la vita assume, e soprattutto la ragnatela di connessioni che le lega le une alle altre.

San Francesco scrisse, quasi otto secoli fa:

Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Ma quanti intendono veramente il senso di queste parole, oggi che sembra che il cibo nasca negli scaffali del supermercato? Bene ha fatto quindi il papa a dire che gli uomini dovrebbero "benedire il Creatore per ogni cosa: per l’aria e per l’acqua, preziosi elementi che sono a fondamento della vita sul nostro pianeta; come pure per gli alimenti".

10 novembre 2006

Meglio la guerra della cultura?

Da La Repubblica apprendiamo della stupefacente dichiarazione di Giulia Maria Crespi, presidentessa del Fondo per l'ambiente in Italia (FAI), noto in particolare per le sue iniziative dedicate alla riscoperta dei monumenti italiani "dimenticati". La Crespi ha dichiarato di aver saputo da Enrico Letta che la quota di 8 per mille dell'Irpef destinata dai cittadini italiani allo Stato, con l'obiettivo di impiegarla per l'arte, la cultura e il sociale, sia andata in gran parte a finanziare la guerra in Iraq e solo una minima parte per la fame nel mondo.

Ben conoscendo quanto siano biforcuti i nostri governanti, il sottoscritto, pur non essendo credente (se non nel Dio che permea tutte le meraviglie della natura, e che noi uccidiamo giorno dopo giorno), già da un paio d'anni destina il proprio 8 per mille alla Chiesa Evangelica Valdese, che è ben nota per la sua apertura mentale e la sua trasparenza. Per la cronaca, la Chiesa Valdese non utilizza l'8 per mille a fini di culto, ma unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e culturale, con una quota del 30% destinata a progetti in paesi in via di sviluppo.

09 novembre 2006

Siccità in Australia e Cina

Un'altra notizia ANSA:

Scatta l'allarme per il clima
L'emergenza riguarda sia Paesi ricchi che Paesi poveri
(ANSA) - ROMA, 8 NOV - Da più parti arriva l'allarme per le conseguenze dei mutamenti climatici: un'emergenza che non fa differenze fra Paesi ricchi e poveri. In Australia si sta verificando la peggiore siccità degli ultimi mille anni, in Cina il Fiume Giallo, il secondo corso d'acqua del Paese, è arrivato ai minimi storici, mentre nell'Oceano a Sud della Nuova Zelanda una flotta di iceberg veleggia a 250 km dalla costa. Sono queste le notizie che arrivano quotidianamente da ogni angolo del Pianeta.
Se teniamo conto che sia l'Australia che la Cina sono grandi produttori di cereali (la prima per esportazione, la seconda per consumo interno), lo spettro della scarsità di cibo, che avevamo già evocato qualche mese fa, appare sempre più incombente.

08 novembre 2006

Neve verde

Notizia ANSA:

Russia, neve verde a Krasnoiarsk
Mal di testa e lacrimazioni per sostanza non identificata
(ANSA) - MOSCA, 8 NOV - Neve verde nella città industriale di Krasnoiark, in Siberia, un tempo 'proibita' per le fabbriche di armi e plutonio nel dopoguerra. Gli abitanti sono rimasti sorpresi e preoccupati dall'insolito colore dei fiocchi e molti hanno accusato mal di testa e lacrimazione agli occhi. Dopo la nevicata, di mezzora, il manto verde si è trasformato in una sorta di argilla, che è rimasta incollata ai vetri delle finestre e sui parabrezza delle auto. Al momento non ne e' stata accertata la natura.
Questo ci fa tornare alla memoria il secondo post in assoluto di "Verso il baratro".

07 novembre 2006

La distruzione dell'Eden

Oggi "Verso il baratro" è in lutto (non solo oggi, a dire il vero). La Reuters (via Blogeko) ci informa che 1.000 oranghi sono morti a causa degli incendi che hanno devastato le foreste indonesiane. Incendi appiccati per far posto a piantagioni di palme, destinate a produrre olio da utilizzare come biocarburante nei paesi del ricco occidente. Gli oranghi in fuga dagli incendi, e affamati a causa del fatto che la foresta è bruciata, sono andati alla ricerca di cibo in zone coltivate, dove sono stati uccisi.

Per avere una sensazione dell'entità del disastro, nel 2002 si stimava che fossero rimasti solo 56.000 oranghi, e che la popolazione stesse decrescendo al ritmo di 6.000 ogni anno. Insomma, questi animali meravigliosi si stanno rapidamente estinguendo, a causa della stupidità e dell'avidità degli uomini.

Non ho mai visto un orango dal vero, ma ho visto molti documentari, e in quegli occhi miti, dolci e intelligenti, ho ravvisato ciò che noi eravamo un tempo, prima di addentare il frutto della conoscenza del bene e del male e di venire cacciati dall'Eden. Innocenti. E se noi esecriamo il serpente che spinse Eva ad assaggiare il frutto, privandoci del paradiso terrestre, cosa dovremmo pensare di noi stessi, che stiamo distruggendo il paradiso terrestre degli oranghi? Quale inferno sarà sufficiente ad espiare un tale peccato?

Farò una donazione alla Borneo Orangutan Survival Foundation. Invito i miei lettori, se possono, a fare altrettanto.

06 novembre 2006

Lo spettro di Chernobyl

Molti ricorderanno che nel 1986, quando avvenne il famoso incidente alla centrale nucleare di Chernobyl con rilascio di una nube radioattiva, si intervenne costruendo intorno al reattore numero 4 un "sarcofago" di cemento armato.

Sono ormai trascorsi vent'anni, e già da un po' vengono lanciati allarmi sempre più insistenti riguardo al fatto che questo sarcofago si sta gradualmente sgretolando, col rischio di disperdere nell'ambiente tutto il materiale radioattivo che ancora custodisce al suo interno. Eppure, sembra che la costruzione di un nuovo sarcofago, che racchiuda il primo e garantisca che le sostanze radioattive restino confinate al suo interno, stia incontrando tremende difficoltà.

In sostanza, come ci racconta la Pravda, la gara d'appalto per la costruzione del nuovo sarcofago avvenne nel 2004, con fondi della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, e fu vinta da una ditta francese. Tuttavia, per ragioni alle quali nessuno oggigiorno e' in grado di dare una risposta, i lavori di costruzione della nuova copertura a distanza di due anni non hanno ancora preso il via, e non si sa quando inizieranno.

03 novembre 2006

Le bombe radioattive di Israele

Su questo blog si è già parlato di come, durante la recente offensiva in Libano, Israele abbia fatto uso di una vasta gamma di armi proibite o comunque il cui uso è deprecato, tra cui cluster bomb, armi chimiche e droni, per non parlare del disastro ecologico causato dal bombardamento della centrale elettrica di Jieh.

Giunge ora la notizia, dal quotidiano Independent (via Blogeko) che in campioni prelevati nei siti dei bombardamenti israeliani sono state trovate tracce di uranio arricchito. Attenzione, non il "solito" uranio impoverito, materiale di scarto del processo di produzione del combustibile delle centrali nucleari, pure causa di gravi patologie e di un inquinamento a lungo termine. No, qui parliamo di uranio arricchito (debolmente).

O si è trattato della sperimentazione di una nuova arma, che pur non essendo una bomba atomica propriamente detta in qualche modo utilizza la fissione dell'uranio; oppure si tratta di scorie nucleari usate per produrre proiettili. In entrambi i casi, abbiamo a che fare con un comportamento riprovevole e del tutto ingiustificato, in particolare per le conseguenze sulla popolazione civile che la dispersione nell'ambiente di materiali nucleari comporterà, per decine di generazioni a venire.

31 ottobre 2006

Il picco del petrolio secondo Total

Questo blog è da sempre un convinto sostenitore della tesi secondo cui mancano ormai pochi anni al "picco del petrolio", ovvero al momento in cui l'offerta mondiale di petrolio raggiungerà un valore massimo, per poi iniziare a decrescere, a causa di ragioni strutturali. Non si tratta, sia ben chiaro, di una "fine del petrolio". Il petrolio continuerà ad essere utilizzato ancora per parecchi decenni. Semplicemente, l'offerta non sarà più in grado di soddisfare la domanda, e ci ritroveremo quindi con prezzi dei prodotti petroliferi sempre più elevati, e soggetti ad intense oscillazioni, con gravi conseguenze per l'economia mondiale, vista la sua dipendenza dall'oro nero.

Questa tesi, eretica rispetto al messaggio normalmente propagandato secondo cui "abbiamo petrolio ancora per 40 anni" è portata avanti già da parecchi anni da ASPO (Association for the Study of Peak Oil), di cui ricordiamo che esiste una valida e scientificamente qualificata sezione italiana. Man mano ha incontrato un riconoscimento sempre maggiore, pur restando tuttora un "minority report".

Oggi però ci giunge la notizia che la compagnia petrolifera francese Total, nella persona del suo amministratore delegato Thierry Desmarest, ha dichiarato di non credere agli ottimistici scenari energetici proposti dall'Agenzia Internazionale per l'Energia, e di ritenere che il picco del petrolio si verificherà in un momento compreso tra il 2010 e il 2020, a seconda di quanto rapida sarà la crescita della domanda nei prossimi anni. Tenuto conto che la previsione ufficiale dell'ASPO è che il picco si avrà nel 2010, possiamo ufficialmente arruolare la Total tra i "profeti del picco", anche se la sua previsione di una produzione di picco di 100-110 milioni di barili al giorno ci appare comunque troppo ottimistica.

Insomma, lo ripetiamo per i più distratti. Forti dell'opinione dei geologi Total, possiamo affermare che l'era del petrolio a basso costo finirà tra una decina d'anni. Forse solo quattro. In questo discorso, ovviamente, 70$/barile va considerato ancora un prezzo basso.

"Verso il baratro" vi fornisce questa notizia alle 21:20 del 31/10/2006, battendo sul tempo il mitico blog "Petrolio"! :-)

30 ottobre 2006

Il rapporto Stern

E' uscito un nuovo documento sugli effetti del riscaldamento globale. E' un rapporto redatto da Nicholas Stern, non un climatologo, ma un economista, ex-dirigente della Banca Mondiale. Sembra aver avuto più risonanza di altri documenti analoghi, perché ha messo l'accento non sugli effetti del riscaldamento globale sull'ambiente, ma sulle conseguenze economiche, che sono state quantificate in un 20% del prodotto interno lordo mondiale perso a causa dell'aumento della temperatura del globo. Un altro effetto che è stato descritto nel rapporto, è che si avranno 200 milioni di profughi in fuga dal deserto, un esodo di proporzioni colossali, mai viste prima.

Se da un lato è molto triste che occorra far leva sugli aspetti economici, mentre dei ghiacciai o delle estinzioni di massa sembra non importare nulla a nessuno, dall'altro è interessante che finalmente si inizi a comprendere la reale entità del problema, e tutte le sue ramificazioni, incluse le gravi tensioni e i conflitti a cui porterà l'esodo di un numero così elevato di persone.

25 ottobre 2006

Pansa e la Resistenza

Infuria la polemica sull'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "La grande bugia", che parla di omicidi commessi da partigiani dopo la fine della guerra. Non abbiamo motivo di dubitare che i fatti riferiti da Pansa siano veri.

Vogliamo però chiederci se questo libro, pubblicato a suon di fanfare, era opportuno in una fase in cui l'ascesa dei nuovi fascismi è sempre più forte. No, non era opportuno. Oggi più che mai abbiamo bisogno di credere che è possibile resistere al fascismo. E non saranno degli eventi, certamente drammatici, ma accaduti in un tempo confuso e violento quale è quello che ogni guerra si lascia dietro, a farci cambiare idea. Ma soprattutto, a noi questa appare come una manovra studiata a tavolino. L'intenso battage pubblicitario che ha accompagnato l'uscita del libro dimostra che c'è chi sta lavorando in direzione del ben noto obiettivo di arrivare a dire che erano tutti uguali, fascisti e antifascisti. E' tanto che ci lavorano, e Pansa ha dato un bell'aiuto. Già il titolo, la dice lunga.

Sul vero significato della Resistenza, soprattutto per ciò che riguarda le implicazioni geopolitiche, e sul perché ci sia tanto lavorio per sminuirne il significato, consigliamo la lettura del libro di Noam Chomsky, "I cortili dello zio Sam" (disponibile gratis), e in particolare del capitolo "Restaurare l'ordine tradizionale", dove si parla anche della Resistenza italiana.

Non riteniamo di dover spendere altre parole su questa questione. Molto meglio lasciare la parola a Stefano Benni, con un brano del suo romanzo "Saltatempo", un libro la cui lettura vi consiglio con tutto il cuore:

"Noi ci abbiamo creduto, la nostra vita è stata piena di porcherie e meschinerie, ma ogni tanto suonava la tromba e tutti al nostro posto, a lottare e a darci una mano. Abbiamo creduto di poter essere liberi, di non far tornare quei vent'anni di divise nere. Ma la tromba suona fioca adesso. Ci hanno venduto, uno per uno. Hanno venduto le nostre povere vite e la nostra storia, per fare una storia insieme agli altri, una storia finta, che non ha neanche un lieto fine, finisce nell'indifferenza per tutto e per tutti. Se gli servirà a far voti, ci insulteranno pure."
Se leggerete questo libro, capirete anche l'attinenza tra la Resistenza e le tematiche di cui questo blog si occupa solitamente.

22 ottobre 2006

Galere

La progressiva fascistizzazione delle democrazie occidentali procede. Ora giunge la notizia che la Gran Bretagna vuole ordinare una nave-prigione, allo scopo di fornire nuove celle atte ad ospitare una popolazione carceraria in continua crescita. Si torna così al passato, quando il termine "galera" stava appunto ad indicare un tipo di nave su cui si scontavano condanne penali.

Per correttezza, va dato atto alla Gran Bretagna di starsi adoperando per evitare che il numero di carcerati non ecceda il numero massimo di posti disponibili nelle prigioni (come ci spiega il Guardian): un atteggiamento molto più civile di quello italiano, dove per anni non ci si è fatti scrupolo di stipare persone in carceri fatiscenti in numero ben superiore a quello della massima capienza possibile. Tanto che il governo ha dovuto infine ricorrere all'indulto, che per quanto criticato da molti anche a sinistra, è stato un doveroso atto di umanità, perché è incivile far stare le persone accalcate come bestie in allevamenti intensivi (incidentalmente, lo è anche per gli animali degli allevamenti).

Resta comunque il fatto che il numero di carcerati nei paesi occidentali è in continua crescita, indice del fatto che il conflitto tra ricchi e poveri si fa sempre più aspro. Il ricorso al carcere è un possibile metodo di dirimere i conflitti sociali. Ci sarebbero metodi più civili, come la redistribuzione della ricchezza, ma non è quella la direzione in cui stiamo andando. Come sempre, in questa tendenza sono gli Stati Uniti a fare la parte del leone. Infatti negli USA ormai la popolazione carceraria ha superato i due milioni di persone, e oltre quattro milioni sono soggette a pene alternative. Questo porta a sei milioni e mezzo il numero di persone soggette a qualche forma di trattamento penale, addirittura più del 2% della popolazione totale del paese, inclusi vecchi e bambini.

Un bell'articolo su questi fenomeni, di cui consiglio decisamente la lettura, è disponibile sul sito del Centro Jura Gentium dell'Università di Firenze, a firma di Danilo Zolo.

19 ottobre 2006

Meraviglia senza parole


Da Repubblica.

18 ottobre 2006

Guerra spaziale

Il presidente George W. Bush ha firmato un documento che traccia la nuova strategia spaziale degli Stati Uniti. Il documento afferma il diritto degli USA di bloccare l'accesso allo spazio per tutti i paesi che siano ritenuti ostili ai suoi interessi. In altri termini, gli USA si arrogano il diritto di considerare lo spazio come "cosa loro", e di impedire con la forza delle armi ad altri di accedervi.

Come verrà ottenuto questo risultato? Anche se non viene esplicitamente detto, la ovvia conseguenza è l'immissione in orbita di armamenti. Finora lo spazio era stato esente dalla presenza di armi, per comune accordo tra i paesi dotati di una politica spaziale. Gli Stati Uniti quindi si avviano a rompere un altro tabù, e a rendere lo spazio terreno di scontro, anche armato, con la solita scusa della difesa dei propri interessi (motivazione alla base di tutte le guerre, passate e future). La guerra spaziale è, dunque, alle porte. Per approfondire, potete leggere l'articolo dell'ANSA o quello della BBC (in inglese).

15 ottobre 2006

A chi serve la bomba coreana?

Nel post precedente (e nei commenti) ho ribadito che la classificazione della Corea del Nord come "stato canaglia" (bel linguaggio da cowboy) da parte degli USA ha contribuito ad accelerare lo sviluppo dell'arma nucleare coreana, secondo un ben noto meccanismo per cui l'esistenza di minacce esterne, vere o presunte, costituisce uno stimolo e una scusa per la corsa al riarmo.

Ma poi, la bomba coreana è veramente un problema per gli USA? Sarà un po' fantapolitica, ma potrebbe in realtà rivelarsi, sempre nell'ottica del ragionamento appena fatto, un'ottima scusa per spronare il riarmo degli alleati statunitensi in Asia, in particolare la Corea del Sud e il Giappone. Alleati che potrebbero avere anche un importante ruolo in chiave anti-cinese. E già, perché la vera minaccia per gli USA oggi, nella corsa all'accaparramento delle risorse residue del pianeta, è la Cina. E quale occasione migliore della minaccia nucleare coreana per piazzare vicino ai suoi confini basi militari e magari armi nucleari?

Sembra contorto? Ma la geopolitica è contorta. In ogni caso, chi ci va di mezzo siamo sempre noi.

09 ottobre 2006

Test nucleare della Corea del Nord

La Corea del Nord è entrata a far parte del club nucleare, facendo esplodere la sua prima bomba atomica. Non possiamo che osservare che il risultato del fatto che qualcuno grande e grosso redige una lista di "stati canaglia" è che questi facciano di tutto per procurarsi l'unica arma in grado di garantire la loro sopravvivenza. Con questo non vogliamo trovare scusanti per la Corea del Nord, ma notare come ogni espressione di ostilità porti a delle conseguenze, che porteranno ad altre conseguenze, in un avvitamento mortale. Cinquant'anni di guerra fredda dovrebbero avercelo insegnato, ma evidentemente non è così. Mentre gli USA parlano di una "atto provocatorio", e il Giappone di "atto imperdonabile", il mondo compie un altro passettino verso l'orlo del baratro.

Nel frattempo, estinizioni a go-go a causa del cambiamento climatico. Ma pare che non interessi quasi a nessuno, che le meraviglie create dalla natura nell'arco di milioni di anni vengano perse per sempre. Le rane arlecchino stanno scomparendo. Un altro pezzetto di Dio che muore.

08 ottobre 2006

L'ultima frontiera

L'ultima frontiera della corsa verso il baratro l'ho vista oggi in una pubblicità televisiva: prugne secche importate dalla California, impacchettate una a una.

I posteri, costretti a tirare avanti faticosamente nello sfacelo ecologico e nella penuria di combustibili fossili che avremo loro lasciato, stenteranno a credere che cose simili siano davvero esistite.

05 ottobre 2006

Siccità, fame, migrazioni

Non è solo "Verso il baratro" ad avere una visione catastrofica del futuro. Apprendiamo dall'ANSA che l'autorevole Hadley Centre for Climate Prediction and Research ha presentato uno studio, in base al quale si prevede che a causa del riscaldamento globale entro il 2100 metà dell'intero pianeta sarà afflitto dalla siccità. Oggi il 25% della Terra è afflitto da siccità moderata, l'8% da siccità grave e il 3% da siccità estrema. Queste percentuali saliranno rispettivamente a 50%, 40% e 30%. Come dire che metà della Terra sarà afflitta da mancanza d'acqua, e un terzo sarà un deserto. Questo segnerà la condanna a morte di centinaia di milioni di persone, e migrazioni su scala mai vista prima. Tutto ciò perché un paio di generazioni di sciagurati, nei paesi industrializzati, hanno ritenuto indispensabile utilizzare mezzi motorizzati per ogni spostamento, e consumare voracemente le risorse del pianeta per la produzione di beni per lo più inutili.

04 ottobre 2006

Plutonio

La Nuova Ecologia riporta la notizia di una fuga di plutonio avvenuta presso il Centro ENEA della Casaccia, vicino al lago di Bracciano. Il plutonio, oltre ad essere fortemente radioattivo, è anche estremamente tossico. La fuga è avvenuta la scorsa primavera, ma se ne è avuta notizia solo ora. Anche in questo caso, come già in quello delle perdite di acqua radioattiva a Saluggia, è coinvolta la Sogin, che a quanto pare non ha proprio idea di cosa sia la trasparenza.

03 ottobre 2006

Il disastro che avanza

- Buongiorno sig. V, mi chiamo X. La chiamo perché ho sentito dire in giro che avrebbe intenzione di vendere il suo uliveto che si trova a M. A me interesserebbe acquistarlo, perché è situato sul lato opposto della valletta dove si trovano la casa e il campo dei miei genitori.

- Si, avevo pensato di venderlo, ma ho deciso di tenerlo, perché sto trattando col Comune per farlo diventare edificabile.

- ..... (resta senza fiato)

Ma possibile che, in una regione e in una provincia che sulla bellezza dei paesaggi hanno costruito una florida industria turistica, non ci sia una legge che tuteli il diritto a non vedere il proprio paesaggio devastato da costruzioni (che, l'Istat ci insegna, sono completamente inutili, visto che ci sono in Italia milioni di case non abitate)? Chi ci salverà dall'avanzata dei barbari?

02 ottobre 2006

Propaganda

Il livello di propaganda per coltivare nelle persone la paura e la diffidenza sta raggiungendo livelli veramente ridicoli. Sul sito di Repubblica è disponibile un video, presentato con una semplice didascalia che dice che il video mostrerebbe due attentatori dell'11 settembre 2001 che "ridono, scherzano, leggono il loro testamento di martiri". Peccato che poco più sotto si dica anche che il filmato è senza sonoro e che finora non si è riusciti a decifrare cosa dicano i due attentatori. Ma se è così, allora come si fa a dire che stanno leggendo il loro testamento? E poi, da dove è uscito questo casereccio documentario? Non so perché, ma a me dà tanto l'impressione di una recita da filodrammatica... intanto però l'opinione pubblica viene bombardata con un messaggio subliminale: "Là fuori è pieno di arabi cattivi..., sono addirittura capaci di scherzare e ridere sulla morte". I nefasti risultati non tarderanno a farsi sentire.

28 settembre 2006

Quelli che odio

Quelli che stanno facendo estinguere le tigri.

E alcuni altri.

26 settembre 2006

Il campeggio degli integralisti cristiani

Leggiamo su Repubblica di Jesus Camp, un documentario che sta avendo un grande successo negli USA. Vi si racconta di campeggi estivi in cui i bambini vengono indottrinati al pensiero degli integralisti cristiani ultraconservatori, che negli USA sono molto potenti e costituiscono una parte importante dell'elettorato del presidente Bush. Immediato è il paragone con le scuole coraniche che, dall'altra parte della barricata, indottrinano i bambini all'integralismo islamico. Inutile dire che questa propaganda estremista calata sulle menti in formazione delle nuove generazioni è foriera di grandi disastri. Ecco un brano dell'articolo, tanto per farsi un'idea:

In una scena i tre bimbi dal viso angelico pregano davanti a un'immagine di cartone del presidente degli Stati Uniti e piangono calde lacrime, implorando di porre fine alla pratica abortiva. E ancora: durante il film, la religiosa evangelica Becky Fischer, fondatrice del campo, chiede gridando ai suoi allievi in tuta mimetica: "Siamo in guerra! Voi ci state?''. E paragona l'indottrinamento dei suoi giovanissimi alunni a quello compiuto dalla madrasse islamiche in Pakistan. Mostrando così bambini e genitori, per i quali la fede religiosa detta legge incontrastata, tanto nella vita privata quanto nelle posizioni politiche.
Potete anche guardare il trailer del film (in inglese).

22 settembre 2006

Gli inquinanti che mangiamo

Un nuovo rapporto del WWF, basato su una serie di analisi effettuate su campioni di alimenti, illustra la quantità di sostanze chimiche tossiche presenti negli alimenti stessi. I chimici del WWF hanno trovato ben 119 sostanze tossiche in 27 campioni di alimenti. Non può stupire, visto che le attività umane disperdono nell'ambiente un gran numero di composti chimici, di molti dei quali neanche si conoscono gli effetti a lunga scadenza su organismi animali e umani. Una tabella delle sostanze chimiche rilevate è disponibile qui.

Finché la nostra società sarà basata sul consumo sfrenato, difficilmente sarà possibile un'inversione di tendenza: produrre richiede il prelievo di materie prime ed energia ed il rilascio di rifiuti. Entrambi possono essere ridotti entro certi limiti, ma misure in tal senso saranno sempre vanificate dall'aumento dei consumi complessivi richiesto dal paradigma economico capitalista basato sulla continua crescita del PIL. L'unica via d'uscita starebbe nel tassare pesantemente l'uno e l'altro. Ma poiché è difficile pensare che un governo democratico possa prendere misure così drastiche, rassegnamoci a ingerire schifezze, e a morire di brutte malattie.

Le cluster bomb di Israele

Avevamo già parlato qui e qui del fatto che Israele ha sganciato sul Libano le cluster bomb, che disseminano sul terreno centinaia di piccoli ordigni inesplosi in grado di mutilare o uccidere per molti anni a venire chi incautamente li raccolga. Il seguente comunicato dello Stato Maggiore della Difesa riferisce del ritrovamento in Libano di un razzo utilizzato per dusseminare cluster bomb, in una zona adibita alla pastorizia. Pudicamente il comunicato non ne menziona l'origine. Troviamo che da parte di Israele sia veramente nobile lanciare piccole bombe che possano allietare le giornate dei pastorelli libanesi negli anni a venire. Ma per carità, non pensiate che ce l'abbiamo in modo particolare con Israele: è possibile che queste bombe siano state costruite qui da noi.

19 settembre 2006

Acqua radioattiva alla Maddalena

Un articolo pubblicato sul giornale online francese amnistia.net riporta un'intervista ad un sottufficiale della Marina italiana. Il sottufficiale ha rivelato che i sottomarini nucleari statunitensi ospitati nella base della Maddalena, in Sardegna, svuotano i reattori nucleari dell'acqua radioattiva ivi contenuta, e la riversano in mare nel parco marino delle Bocche di Bonifacio. Il sottufficiale, che ha prestato servizio per due anni alla Maddalena, ha chiesto di rimanere anonimo, e ha deciso di fare queste rivelazioni perché, prima ancora di essere un militare, ritiene di essere un cittadino italiano, ed è indignato del fatto che gli USA si ritengano in diritto di riversare sostanze radioattive nelle acque di un paese alleato, del quale sono ospiti.

Avete già prenotato le vacanze al mare per la prossima estate?

16 settembre 2006

Le poesie di Fausto e Gianfranco

Fausto Bertinotti ha partecipato ad un confronto con Gianfranco Fini alla festa dell'organizzazione giovanile di AN. Entrambi, alla fine della discussione, hanno citato una poesia a loro cara. Le riporto entrambe, ai lettori di capire quale è cara all'uno e quale all'altro. Io le trovo belle entrambe.


SE

Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te
la stanno perdendo e ti scagliano la colpa contro,
Se riesci ad aver fiducia quando tutti dubitano di te,
ma i loro dubbi sai tenere nel dovuto conto;
Se sai aspettare e non ti stanchi di aspettare,
o essendo circondato da ipocriti, non ti pieghi alla doppiezza,
o essendo odiato, non ti metti a odiare,
senza tuttavia ammantarti di troppa bontà, né eccessiva saggezza:

Se riesci a sognare –senza fare del sogno il tuo maestro;
Se riesci a pensare –senza fare dei pensieri il tuo scopo;
Se sai andare incontro al Trionfo e al Disastro
e trattare quei due impostori allo stesso modo;
Se riesci ad ascoltare la verità che hai pronunciato
stravolta da mascalzoni per irretirne gli stolti,
o guardare ciò per cui hai dato la vita, annientato,
e chinarti a ricostruire coi tuoi poveri attrezzi consunti;

Se di tutte le tue vittorie sei capace di fare un solo fascio
e rischiarle in un sol colpo a testa o croce,
e venire sconfitto e ricominciare dall’inizio
e della tua sconfitta non proferir parola neanche a mezza voce;
Se riesci a costringere il tuo cuore e i tuoi nervi e le forze
a sostenerti anche quando ormai se ne sono andate,
e così tener duro quando in te non c’è più niente, forse,
tranne la Volontà che dice loro: “Non mollate!”

Se sai parlare con le folle e mantenere il tuo valore,
o camminare coi Re –senza perdere i consueti atteggiamenti,
Se né i nemici, né gli amici più cari ti possono far male,
Se per te tutti gli uomini contano, ma nessuno eccessivamente;
Se sei in grado di riempire l’inesorabile minuto
con un istante lungo sessanta secondi, vivaddio,
Tua è la Terra e ciò che in essa è contenuto,
e -ancor di più- tu sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling - Lettera al figlio


ITACA

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti -finalmente, e con che gioia-
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta, più profumi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca-
Raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis - Cinquantacinque poesie

14 settembre 2006

Bush recupera consensi

Dall'ANSA:

Secondo un sondaggio per Wall Street Journal e Nbc, il tasso d'approvazione del presidente Bush e' risalito dal 38% di giugno al 42%.Il 5/o anniversario degli attacchi dell'11 settembre e la campagna mediatica lanciata per rinfocolare la guerra contro il terrorismo e ravvivare il sostegno al conflitto in Iraq gli stanno portando benefici.
E poi ci dicono che dobbiamo essere orgogliosi della nostra democrazia. Ma se un po' di fanfara mediatica e di retorica patriottica basta a riguadagnare quattro punti percentuali, che in tutte le "moderne democrazie bipolari" sono sufficienti a cambiare completamente i risultati delle elezioni, a me pare evidente che questa tanto decantata democrazia è per finta, è tutta nelle mani di chi controlla i mezzi di comunicazione. Mmmm, dov'è che l' ho già sentita questa storia?

L'altra considerazione che si può fare è che la gente (non dico gli statunitensi, perché vale anche per noi) è veramente stupida. O istupidita, che è pure peggio.

11 settembre 2006

Dove coltiveremo il cibo?

La furia edilizia e produttivista sta letteralmente divorando le nostre campagne, sostituite da villette e capannoni. La Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) riporta un dato veramente inquietante: solo negli ultimi dieci anni è stata persa una superficie agricola pari a 1,8 milioni di ettari. Per confronto, la superficie agricola italiana è pari a 13,2 milioni di ettari, stando a quello che dice l'ISTAT (che, incidentalmente, conferma quanto affermato dalla CIA, anzi ne è probabilmente la fonte).

Una diminuzione del 13% della superficie agricola in dieci anni è molto preoccupante, e non solo dal punto di vista paesaggistico. Il fatto che oggi "spuntino" magicamente negli scaffali dei supermercati prodotti provenienti dai quattro angoli del mondo è legato all'ampia disponibilità di petrolio a basso costo, una preziosissima risorsa che sperperiamo senza risparmio (alla faccia, è il caso di dirlo, delle generazioni future).

Questa situazione non può durare per sempre, e anzi secondo alcuni è destinata a modificarsi in tempi piuttosto brevi, a causa dell'impossibilità di soddisfare una domanda di petrolio in continua crescita con risorse sempre più scarse, e per giunta costituite da petrolio di qualità sempre più scadente e sempre più difficile da recuperare. Ciò vuol dire che in pochi anni si potrebbe assistere ad uno spropositato aumento dei costi di trasporto, e dunque del prezzo di tutti quei beni, inclusi quelli agricoli, prodotti lontano da noi.

La conseguenza può essere, molto semplicemente, che tanti italiani non potranno permettersi prodotti provenienti da luoghi lontani. E allora, o il cibo ce lo produrremo in casa, o saremo costretti a soffrire la fame. Che parole desueta, da queste parti, no? Eppure può succedere, perché stiamo dando troppo per scontato. In realtà potrebbe accadere anche domani, basterebbe, tanto per fare un esempio, una bella rivoluzione in Arabia Saudita con chiusura dei rubinetti. O una guerra contro l'Iran...

08 settembre 2006

Calderoli pazzo furioso

Il vice-presidente del Senato Calderoli ha fatto l'ennesima sparata, questa volta anche più grossa del solito. Ha suggerito che Bush dovrebbe mandare a Ahmedinejad una bomba atomica per il suo compleanno (nel senso di sganciargliela sulla testa).

Una dichiarazione come questa è a dir poco agghiacciante. Forse può essere utile ricordare dalle parole di un sopravvissuto a Hiroshima cosa voglia dire l'esplosione di una bomba atomica su una città.

Purtroppo, sembra che il sano terrore della bomba che avevamo fino alla fine degli anni '80, e che è stato di aiuto nell'evitare la guerra nucleare tra USA e URSS, si stia attenuando. Un Calderoli qualunque, oltre ad essere moralmente abietto, sembra pure ignorare che una esplosione nucleare sull'Iran causerebbe un fallout radioattivo che, a seconda delle condizioni meteorologiche, potrebbe anche interessare il nostro territorio.

Che dire? Meno male che non è più ministro, ma uno così pericoloso dovrebbe essere tenuto sotto stretta sorveglianza, non messo a ricoprire una alta carica dello Stato, e così a rappresentarci. Per la nostra stessa sicurezza.

06 settembre 2006

Il sogno americano

Una interessante notizia, riportata nel sito M&C News, riferisce che secondo uno studio dell'organizzazione Food Bank for New York (che ogni giorno fornisce 250.000 pasti gratuiti in 1200 punti di distribuzione nella Grande Mela) ben un quarto dei quasi due milioni di bambini della metropoli statunitense vivono in condizioni di povertà, e molti di essi sono sovrappeso (il 40% nel gruppo studiato).

Più precisamente, più del 20% dei bambini di New York fa affidamento alle distribuzioni gratuite di cibo per poter sopravvivere, mentre il 40% di tutte le famiglie con bambini hanno avuto difficoltà a raggranellare i soldi necessari per il cibo nel corso del 2005.

Poiché le famiglie di questi bambini sono così indigenti, devono fare affidamento sul cibo più economico disponibile sul mercato, che è anche quello col maggior contenuto di grassi e calorie (molto più che da noi), e da questo deriva l'obesità. Complessivamente, metà di tutti gli allievi delle scuole elementari di New York sono sovrappeso o obesi.

Questa commistione di fame (lo studio non esita ad usare questa parola) e obesità è tipicamente statunitense, ma ciò che colpisce di più sono i numeri. In quella che a tutti gli effetti può essere considerata la capitale morale dell'impero, il 40% della popolazione fa fatica a provvedere al cibo per i propri figli. E poi pretendono di dare lezioni al mondo.

03 settembre 2006

Petrolio in mare

La notizia è passata inosservata, mentre eravamo intenti a sguazzare nei mari nostrani, ma l'11 agosto una petroliera si è capovolta ed è affondata al largo dell'isola di Guimaras, nelle Filippine, riversando in mare più di 200.000 litri di olio combustibile.

Il 29 agosto il governo delle Filippine ha dichiarato che l'olio combustibile ha ricoperto 245 chilometri di costa, 16 chilometri di barriera corallina, 1128 ettari di foresta di mangrovie e 1143 ettari di riserva marina. 17435 persone hanno subito gli effetti di questo disastro ambientale, e parecchi hanno dovuto essere evacuati a causa delle sostanze tossiche presenti sulle spiagge.

Pare che la petroliera, che trasportava più di due milioni di litri di olio, continui a perdere il suo carico. Una mappa satellitare che illustra il disastro è visibile qui.

01 settembre 2006

Riscaldamento globale catastrofico

Uno studio presentato al congresso della Royal Geographical Society, racconta l'Independent, indica un nuovo effetto di "feedback positivo" relativo al riscaldamento globale, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

In parole povere, oggi parte consistente dell'anidride carbonica che causa l'effetto serra viene assorbita dal suolo, mitigando l'effetto perturbante delle emissioni umane. Però il prof. Peter Cox sostiene che questa capacità di assorbimento viene danneggiata dall'innalzamento della temperatura. Si ha quindi un circolo vizioso, per cui più il pianeta si riscalda, meno è capace di "proteggersi" assorbendo anidride carbonica, e quindi tende a riscaldarsi ancora di più, e così via.

Secondo Cox si avrà una sorta di collasso intorno al 2050, per cui nel 2100 si avranno livelli di anidride carbonica in atmosfera superiori a 1000 ppm (parti per milione), con un innalzamento della temperatura media di 8 gradi, che renderà invivibili ampie porzioni del pianeta. Il livello attuale di anidride carbonica è 380 ppm. Cox prevede anche che quando saranno superati i 500 ppm l'intera forseta amazzonica scomparirà, perché non ci saranno più le piogge necessarie per mantenerla in vita.

Questo, ovviamente, se prima non l'avrà rasa al suolo l'uomo: il National Geographic parla di uno studio che mostra come anche il taglio selettivo di pochi alberi per utilizzarne il legno, pratica che apparentemente dovrebbe lasciare la foresta indisturbata, in realtà causa nel giro di pochi anni la distruzione di grandi porzioni di essa. Ciò avviene perché i tagliatori creano delle strade, e questo rende la foresta molto più vulnerabile a chi viene dopo. Questo dimostra che la causa principale della distruzione dell'Amazzonia è, sia pure indirettamente, lo sfruttamento del legno. Pensateci, quando vi offrono quel bel parquet di legno tropicale per il soggiorno...

31 agosto 2006

Test di armi nucleari

Sulla stampa internazionale si parla della possibilità che la Corea del Nord si stia preparando ad effettuare un test di un'arma nucleare. Il Guardian parla di una possibile visita del dittatore Kim Jong Il a Pechino, il cui scopo potrebbe essere quello di un chiarimento con il potente vicino cinese, l'Associated Press riferisce di attività che potrebbero preludere al test. Un completo riassunto delle notizie circolanti è disponibile sul Christian Science Monitor. Se la cosa si verificasse, sarebbe un serio motivo di destabilizzazione dell'area, oltre che un pessimo segnale riguardo alla crescente proliferazione di armamenti nucleari.

Nel frattempo, gli USA annunciano di aver effettuato un test nucleare sottocritico (cioè non esplosivo), "per raccogliere dati cruciali per mantenere l'affidabilità e la sicurezza delle armi nucleari della nazione". Lo scopo era di "esaminare il comportamento del plutonio quando viene sottoposto alle intense forze prodotte da esplosivi chimici" (che è il modo per far detonare una bomba atomica.

Comunque sia, sempre di armi nucleari si tratta. Mala tempora currunt.

Sottomarini tedeschi ad Israele

Apprendiamo dal Manifesto che la Germania fornirà ad Israele, paese che non ha firmato il Trattato di non-proliferazione nucleare, due sottomarini in grado di trasportare missili nucleari. Lo spettro della guerra nucleare aleggia sempre più insistentemente.

Il Manifesto, 25 agosto 2006
La «neutrale» Germania vende 2 sottomarini nucleari a Tel Aviv
Manlio Dinucci
«Esclusiva: Israele compra 2 nuovi sottomarini dalla Germania»: la notizia, data dal Jerusalem Post il 23 agosto, non è così esclusiva. Modestamente l'aveva già data il manifesto 8 mesi fa («Due sottomarini nucleari da Berlino a Tel Aviv») . Il giornale israeliano conferma però un fatto fondamentale, pur attribuendone la paternità a «fonti straniere»: i due sottomarini della classe Dolphin, che saranno forniti dalla Germania a Israele in base a un contratto firmato il mese scorso, daranno a Israele «superiori capacità di secondo colpo nucleare».
I nuovi sottomarini, la cui sigla è U-212, saranno costruiti dai cantieri Howaldtswerke-Deutsche Werft AG per 1.27 miliardi di dollari, un terzo dei quali sarà finanziato dal governo tedesco. Essi si aggiungono ai tre già forniti dalla Germania negli anni '90, due dei quali donati dal governo tedesco e un terzo pagato solo in parte da Israele. Il Jerusalem Post conferma che i due nuovi sottomarini, come i tre precedenti, saranno costruiti secondo «specifiche israeliane». Per capire: ai sei tubi di lancio da 533mm, adatti ai missili da crociera a corto raggio, ne vengono aggiunti in ogni sottomarino quattro da 650 mm, da cui possono essere lanciati missili da crociera a lungo raggio a testata nucleare, tipo il Popeye Turbo (testato nel maggio 2000 nell'Oceano Indiano) che può colpire un obiettivo a 1.500 km. Lo conferma il Jerusalem Post: secondo Jane's DefenseWeekly, i sottomarini hanno «la capacità di lanciare missili da crociera con testate nucleari». Secondo le specifiche israeliane, questi sottomarini hanno inoltre una maggiore velocità (20 nodi) e un maggiore raggio d'azione (4.500 km) e sono più silenziosi in modo da potersi avvicinare agli obiettivi senza essere individuati.
Quale sia lo scopo dello «scoop» del Jerusalem Post appare chiaro dall'inizio dell'articolo: «Di fronte alla corsa dell'Iran per ottenere potenza nucleare», Israele ha comprato dalla Germania altri due sottomarini, che gli forniscono «superiori capacità di secondo colpo nucleare». In realtà essi possono lanciare non solo un «secondo colpo nucleare», ossia una rappresaglia a un attacco nucleare, ma un primo colpo, ossia un attacco nucleare di sorpresa. Secondo esperti militari, dei tre Dolphin forniti dalla Germania, uno viene tenuto costantemente in navigazione nel Mar Rosso e Golfo Persico, l'altro nel Mediterraneo, mentre il terzo rimane di riserva. Con l'aggiunta di altri due, il numero di quelli in navigazione, pronti
all'attacco nucleare, potrà essere raddoppiato.
E questa è solo una parte delle forze nucleari israeliane, il cui potenziale viene stimato in 200-400 testate nucleari, con una potenza equivalente a quasi 4mila bombe di Hiroshima, e i cui vettori comprendono oltre 300 caccia statunitensi F-16 e F-15 armati anche di missili israelo-statunitensi Popeye a testata nucleare, e circa 50 missili balistici Jericho II su rampe di lancio mobili. Questi e altri vettori nucleari, puntati sull'Iran e altri paesi, sono pronti al lancio ventiquattr'ore su ventiquattro.
E' quindi non solo militarmente ma politicamente grave la decisione tedesca (frutto anche della pressione di Washington) di fornire a Israele altri due Dolphin, sottomarini utilizzabili per il lancio di missili nucleari. Come possono la Germania e gli altri due «negoziatori» europei (Gran Bretagna e Francia) apparire credibili nel chiedere all'Iran, firmatario del Trattato di non-proliferazione nucleare, garanzie che non costruirà armi nucleari? Essi ignorano che Israele, unica potenza nucleare in Medio Oriente, non ha mai firmato il Tnp e può così continuare indisturbato a potenziare le sue forze nucleari. Anche grazie agli U-212 forniti dalla Germania.

Israele usa cluster bombs in Libano 2

La notizia che avevamo riportato secondo cui Israele avrebbe usato in Libano le bombe a frammentazione (cluster bombs) è stata confermato nientemeno che dal Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan, come riporta Repubblica:

Israele: Annan denuncia uso di bombe a frammentazione
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha denunciato l'uso fatto da Israele in Libano delle bombe a frammentazione: "Ho chiesto alle autorità di fornirci mappe e indicazioni su dove siano state sganciate queste bombe, in modo che si possa proteggere i civili", ha detto Annan dopo un incontro con re Abdullah II in Giordania, nuova tappa della sua missione in Medio Oriente dopo Israele e Libano. "Questi ordigni non dovrebbero essere impiegati su aree civili e popolate. E' necesario muoversi rapidamente per neutralizzarli", ha aggiunto.

Questo vuol dire, tanto per essere chiari, che in futuro ci saranno per anni e anni bambini con arti dilaniati dall'esplosione delle piccole cariche esplosive disseminate da questi ordigni. Diritto a difendersi? Ma fateci il
piacere...

20 agosto 2006

Vacanze 2

Sono in vacanza, con un collegamento internet molto precario. Un'utile occasione per disintossicarsi un po'. La pubblicazione del blog riprenderà intorno al 30 di agosto. Buone ferie a tutti.

14 agosto 2006

Effetto boomerang

Riprendiamo dal Manifesto di ieri un commento ampiamente condivisibile:

Effetto boomerang
Valentino Parlato

Ieri tutta la stampa (quella occidentale almeno) gridava allarme per un terribile attentato terroristico, evitato all'ultimo momento dai servizi inglesi. «Terrorismo: il mondo in stato di allerta» era il titolo di Le Figaro. Tuttavia, nello stesso giorno del massimo allarme, Bush e Blair con due impegnati discorsi dicevano che era da molto tempo che i terroristi erano sotto controllo. E questo il nostro giornale, controcorrente, già notava nell'editoriale di ieri, distinguendosi dal coro di stampa e tv. Se è così, se tutto era sotto controllo, perché lo straordinario grido d'allarme? Perché bloccare le linee aeree e costringere migliaia di persone a stare ore e ore negli aereoporti, pieni di paura? Perché diffondere il terrore in tutto il mondo? Questi interrogativi mi sembrano più che legittimi e richiedono una risposta al perché di questa massima enfatizzazione dell'allarme. La prima risposta, un po' ovvia, è quella di rinfocolare nell'opinione pubblica la paura e l'odio per i terroristi, i «fascio-islamici» di Bush. Ma pensate, che cosa diremmo noi se dall'altra parte ci venisse l'accusa di «fascio-cristiani»? Si rafforza in me la persuasione che quella di Huntington è la dottrina fondamentale e fondamentalista di Bush e Blair, i quali non sapendo più che politica fare cercano una via d'uscita nella più suicida delle ideologie, quella del terrore.

Ma c'è - a me pare - un'altra domanda da porsi: questa massima esaltazione della paura ha accresciuto il consenso alle politiche di Bush e Blair oppure ha avuto un effetto boomerang? Le migliaia di persone in attesa negli aereoporti e i milioni di persone terrorizzati dalla stampa e dalla tv di ciascun paese si chiederanno - e con un po' di rabbia - ma perché ci avete bloccati negli aereoporti e perché ci avete terrorizzati se tutto, e da qualche mese, era sotto controllo? La risposta, di buon senso, di tutte le persone bloccate nei vari aereoporti d'Europa e d'America potrebbe essere quella di mandare al diavolo Bush, Blair e la loro guerra infinita, che sembra l'unica loro trovata per restare al posto di comando. Qui sarebbe il boomerang, che sarebbe un boomerang del buon senso. E qualcun altro potrebbe pensare che la trovata della «guerra in cielo» è un tentativo di sostenere la guerra in Libano, che, comunque finirà (se finirà), registra due fatti rilevanti: 1) l'arbitrarietà di questo attacco al Libano e ai palestinesi; 2) la sconfitta politica e anche militare dell'attuale dirigenza di Israele e dei suoi amici americani. Se gli hezbollah cominciano a essere paragonati ai vietcong, negli Usa e in Israele dovrebbero ripensarci.

«Il sonno della ragione genera i mostri» recitava un vecchio detto. Il dubbio che la ragione dorma di grosso è forte. Libano, Iraq, Afghanistan sono ormai guerre senza esito e che, proprio per questo, generano altre mostruosità. Il mondo è cambiato profondamente. Le guerre con vincitori e vinti, che sono nella nostra memoria e nella nostra esperienza, non sembrano più possibili. La prospettiva, se gli Usa continuano su questa strada, è quella di una guerra civile mondiale. In attesa di altre mostruosità, paure e massacri. Il nuovo secolo non comincia bene
.

13 agosto 2006

Vacanze

Sto troppo bene, qui nel mezzo della campagna toscana, per essere veramente pessimista. Anche se basta poco, come i discorsi del vicino che spera che l'intera zona diventi edificabile, per aprire abissi di cupezza. Ma per lo più sto bene, e passo molto tempo all'aperto, e questo è il motivo per cui il blog non viene aggiornato spesso. Ma domani si riparte, quindi abbiate fiducia...

09 agosto 2006

Laghi inquinati

Riportiamo dall'ANSA:

Ambiente: e' allarme laghi italiani
Legambiente, nel lago di Como la situazione piu' grave
(ANSA) - ROMA, 9 AGO - Legambiente lancia l'allarme per i laghi italiani, comunicando i risultati di 'Goletta dei laghi-Cigno azzurro'. La campagna ha coinvolto 8 laghi: il 40% dei campioni e' risultato fuori dai parametri previsti dalle norme sulla qualita' delle acque, mentre nel 13% dei casi l'inquinamento microbiologico rilevato, soprattutto alla foce dei fiumi, e' grave. La situazione piu' grave appare quella del Lago di Como, dove ben il 70% dei prelievi sono risultati off limits.

08 agosto 2006

Israele devasta il Mediterraneo

Comunque si voglia vedere il conflitto tra Israele e Libano (noi abbiamo un'idea ben definita in merito), causare catastrofi ecologiche nel mare di noi tutti non ha scusanti di alcun tipo. Tra il 13 e il 15 di luglio Israele ha bombardato la centrale elettrica di Jieh, alimentata ad olio combustibile, che si trova sul mare, circa 30 km a sud di Beirut. Ciò ha causato lo sversamento in mare di circa 30.000 tonnellate di nafta, un disastro di proporzioni paragonabili a quello della Exxon Valdez. La marea nera è stata dispersa lungo le coste del Libano, fino alla Siria, causando un disastro ecologico (e in prospettiva economico) di ingenti proporzioni. La figura qui accanto (clic per ingrandire), ottenuta da questo sito, mostra un confronto tra il 21 luglio e il 3 agosto, che è più chiaro di tante parole. Come se non bastasse, a causa della guerra finora nessuno è potuto intervenire per tentare di arginare i danni, perché la marina israeliana non consente a nessuno di avvicinarsi alla costa.

06 agosto 2006

Cuba

Per una volta, andiamo un po' fuori dal seminato. Riproduco qui sotto un bell'articolo di Gianni Minà su Cuba, uscito sul Manifesto del 3 agosto, in occasione dell'annuncio dell'intervento chirurgico a Fidel Castro. In realtà non siamo del tutto fuori dal tema del blog, visto che Cuba è stata, dopo la caduta dell'URSS e a causa dell'embargo USA, il primo paese che ha subito una transizione al regime "post-picco", ovvero ad una situazione di scarsità di petrolio. E se l'ò cavata bene. Dubitiamo che il tanto conclamato libero mercato se la caverà altrettanto bene, quando verrà il suo turno.

Cara Cuba, Fidel non ti lascia
La transizione cubana. Gli Usa sperano sia la volta buona, ma sbagliano
Il dialogo con la gente è il collante che tiene insieme il paese e che ha fatto tener botta a Cuba per mezzo secolo neutralizzando cospirazioni e strategie montate per distruggere il suo modello sociale e politico

Gianni Minà

Consiglio tutti coloro che, dopo l'intervento chirurgico subito lunedì da Fidel Castro, azzardano previsioni sul futuro di Cuba, di essere cauti. Sono cinquant' anni, o almeno diciassette, dal tramonto del comunismo sovietico, che molti compiono infatti incautamente questo esercizio prevedendo quasi sempre catastrofi per la rivoluzione socialista dell'isola.

Cuba invece è ancora li, infrangibile all'embargo e alle «politiche democratiche» che gli Stati uniti organizzano per annientarla; esempio di resistenza nel continente, pur fra tanti errori, allo sciagurato neoliberismo. Dalla settimana scorsa, dopo il vertice di Cordoba (Argentina) l'isola di Fidel è perfino reintegrata nel consesso delle alleanze commerciali e politiche dei paesi latinoamericani e candidata ad una prossima entrata nel Mercosur, antefatto di quella che sarà sull'esempio europeo l' unione degli stati sudamericani

Il tutto con palese sconcerto di George W. Bush che, troppo impegnato in Medio Oriente, non solo ha visto fallire l'Alca, il progetto di annessione economica del continente a sud del Texas, ma, dopo che il congresso aveva stanziato sessanta milioni di dollari per favorire «un cambio rapido e drastico» a Cuba (con tanti saluti al diritto di autodeterminazione dei popoli), aveva aggiunto ottanta milioni presi dal suo appannaggio presidenziale per dare la spallata finale alla revolucion. Un sogno eversivo che nove presidenti nordamericani hanno atteso prima di lui senza poterlo realizzare.

Un quadro simile può essere considerato solo il fallimento plateale dei presunti analisti della realtà cubana, ma per esempio Pierluigi Battista sul Corriere della Sera lo liquida invece come il crepuscolo politico di Fidel Castro. Tutti i giudizi sono rispettabili, anche quelli smentiti dai fatti, ma pur comprendendo il rimorso angosciante del collega per essere stato comunista, il suo giudizio mi pare indicativo di una polemica che gli ha preso la mano e gli fa addirittura paragonare la Cuba di Castro alla Corea del Nord di Kim Il Sung. E non mi riferisco solo all'argomento, credo ora non secondario per le nuove idee liberali del collega, che il Pil a Cuba cresce dell' 11 percento (grazie al corposo incremento dell'interscambio con Venezuela e Cina) ma anche al fatto che, secondo un rapporto dell'Università di California, l'aspettativa di vita dell'isola è di un anno superiore a quella degli Stati uniti, la mortalità infantile è la più bassa del continente e inferiore al tasso fisiologico dei paesi sviluppati e infine la scuola e l'università sono gratuiti, libri compresi, mentre il paese ha trentamila medici in missione tra America Latina e Africa, continenti saccheggiati dall'economia neoliberale, che secondo i duri nostalgici di Miami che festeggiano la malattia di Castro, dovrebbe restituire Cuba magari ai fasti dell'epoca della mafia, dei casinò e del torturatore Fulgenzio Batista.

Voglio riferirmi poi anche al contenuto del messaggio che Fidel ha inviato ai suoi compatrioti prima di sottoporsi all'operazione chirurgica e che rassicura i cubani sul fatto che qualunque cosa possa succedere, i programmi riguardanti salute pubblica, istruzione, e rivoluzione energetica del paese, continueranno affidati alle mani dei ministri competenti (José Ramon Balaguer e José Ramon Machado Ventura) e del segretario del comitato esecutivo del Consiglio dei ministri con la supervisione del responsabile del dicastero dell'economia Carlos Lage, del presidente del Banco Centrale Francisco Soberon e del ministro degli esteri, il quarantenne Felipe Perez Roque.

So che tutto questo è inusuale, quasi surreale per le nostre abitudini, e qualcuno può anche considerarlo un espediente retorico, ma ho imparato in tanti anni di reportage a Cuba e in America Latina che questo dialogo con la gente è il collante che tiene insieme il paese e che, spiazzando sempre le presuntuose previsioni del Dipartimento di stato ha fatto tener botta a Cuba per mezzo secolo neutralizzando le cospirazioni e le «strategie della tensione» montate dagli Stati uniti per distruggere il suo modello sociale e politico per quanto discutibile fosse.

I cubani, anche quelli che sono stanchi del socialismo e della retorica della rivoluzione sanno perfettamente che la loro sicurezza sociale sarebbe impensabile se i governi di Washington avessero potuto imporre modelli come quello segnalato nel sito del Dipartimento di stato e intitolato Cuba Libre, un piano di cinquecentocinquanta pagine dove si parla di una transizione nell'isola pilotata come sempre da Washington. Una transizione sul modello, per intenderci, messo in atto in Iraq con un altro uomo della Cia come Allawi che guiderebbe il cambiamento e magari con la collaborazione del solito Negroponte, l'uomo delle guerre sporche, sceglierebbe uno per uno i componenti del nuovo gabinetto cubano.

Non è fantapolitica. Il giorno 26 maggio si è celebrata per esempio una riunione urgente nella sede destinata appunto al piano «Cuba libre» presieduta da tal Caleb McCarry, scelto a diventare il futuro governatore della transizione a l'Avana. Con lui c'erano anche i congressisti Lincoln e Mario Diaz Ballart, figli di uno che fu fra i complici più stretti di Fulgenzio Batista, nonché dirigenti di varie organizzazioni anticastriste fra le quali anche alcune di quelle accusate di aver fiancheggiato i gruppi eversivi che dalla Florida negli anni hanno portato il terrore a Cuba, causando più di tremilacinquecento morti e diecimila feriti.

In collegamento telefonico via internet da l'Avana c'erano personaggi come Marta Beatriz Roque, considerata dal governo de l'Avana una agente del governo di Washington e invece una dissidente dai cubani di Miami. Erano stati invitati anche gli ambasciatori dell'Unione europea di Canada e Messico che però non si sono fatti vedere. Mentre erano presenti quelli di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia e Lituania, le ex nazioni comuniste diventate i capisaldi del governo Bush.

Caleb McCarry, non si sa con quanta credibilità, ha reso noto che la Segretaria di stato Condoleezza Rice aveva ottenuto in una conversazione con il ministro degli esteri italiano D'Alema una sorta di promessa di aiuto per favorire una transizione a Cuba ed ha annunciato che nella successiva riunione del gruppo in programma nell'estate a Praga avrebbe partecipato un rappresentante italiano. So che personaggi come McCarry, per quanto pericolosi, fanno parte del bestiario della sottopolitica degli Stati uniti ma penso che quando si affronta il controverso argomento Cuba bisognerebbe avere più equilibrio e più lealtà. Pierluigi Battista, per esempio, sa perfettamente che i cubani che hanno lasciato il proprio paese in zattera «cercando la libertà» sulla costa della Florida erano attratti da una logica infame per cui se fossero arrivati a toccar terra negli Stati uniti avrebbero avuto immediatamente il visto di ingresso e la carta verde per risiedere e lavorare. Realtà negata a qualunque altro latinoamericano che, come avviene nei passaggi di confine col Messico, o viene allontanato a schioppettate o fatto entrare indocumentato e quindi senza diritti. Col rischio di essere denunciato alla prima richiesta di tutela dallo stesso padrone che gli da lavoro e che lo farebbe rimpatriare subito.

Parlare poi ancora della repressione degli omosessuali (mentendo perfino sul ruolo di Che Guevara) in un paese come Cuba, dove è in corso un progetto di legge perché un essere umano possa cambiare sesso a spese della sanità dello Stato, è pura malafede. Dopo quello che è successo negli ultimi tre anni ad Abu Ghraib, a Guantanamo e nelle prigioni gentilmente concesse alla Cia in altri paesi, e dopo gli eccidi recenti di bambini, donne e vecchi innocenti in Palestina e in Libano, l'occidente e gli Stati uniti in particolare non hanno più l'autorità morale, come ha scritto Eduardo Galeano, per giudicare le illiberalità degli altri. Cosa vogliono insegnare gli Stati uniti di George W. Bush che hanno più di due milioni di detenuti nelle carceri, spesso gestite da privati, sui diritti degli esseri umani a cui viene tolta la libertà?

Per scrivere con il disprezzo usato ieri da Battista e da altri pensatori come lui, bisogna non aver dimenticato spesso le infamie commesse in nome della democrazia, come il terrorismo degli Stati uniti contro Cuba raccontato da Angelo Rizzo in un film che ieri sera ha chiuso la rassegna sul nuovo cinema italiano presentata a Torella dei Lombardi, provincia di Avellino, nell'ambito del Premio dedicato all'illustre concittadino Sergio Leone. O il terrorismo è accettabile quando viene fatto in nome dei nostri interessi?

Cuba è un paese complesso eppure, senza giustificare nulla delle sue contraddizioni, ha il diritto di essere giudicato con serietà, confrontandolo con la realtà sociale del continente latinoamericano e di tutti i sud del mondo ostaggio dell'economia capitalista. Al contrario della logica dei promossi e dei bocciati scelta da qualche giornale per stabilire in modo calcistico quali saranno le personalità che domani, dopo Fidel, governeranno Cuba, io penso di poter solo segnalare che il futuro di quest'isola, che da cinquant'anni smentisce tutti, è già presente nelle personalità del governo alle quali il vecchio Leader Massimo infermo ha affidato l'incarico di continuare un certo cammino nei settori vitali per la sopravvivenza di Cuba . Il ministro dell'economia Lage è un cinquantenne, il ministro degli esteri Felipe Perez Roque è un quarantenne. Proprio quest'anno a Salamanca il giovane ministro degli esteri riuscì a far sottoscrivere ai colleghi dei paesi latinoamericani riuniti con i governanti di Spagna e Portogallo due documenti, uno di condanna dell'embargo a Cuba da parte degli Stati uniti, e l'altro di richiesta perché il terrorista Posada Carriles, mandante nel '97 degli attentati alle strutture turistiche a l'Avana, in uno dei quali morì l'imprenditore italiano Fabio Di Celmo, fosse estradato dagli Stati uniti nei paesi che ne avessero fatto richiesta per rendere giustizia alle vittime dei suoi misfatti. Un risultato non da poco.
(g.mina@giannimina.it)

04 agosto 2006

Ricordate Mururoa?

Forse ricorderete l'indignazione nei confronti della Francia che percorse il mondo nel 1995, quando venne annunciata una nuova serie di test nucleari in Polinesia, nell'atollo di Mururoa. Alla fine ne vennero attuati sei, sugli otto previsti. In totale, i francesi hanno effettuato nei loro territori in Polinesia quasi 200 esplosioni nucleari!

Riporto da Repubblica:

PARIGI - I test nucleari francesi hanno fatto aumentare i casi di cancro alla tiroide nelle isole della Polinesia. Il sospetto non è nuovo, la certezza è arrivata pochi giorni fa: un'équipe di ricercatori transalpini assicura di aver stabilito "un legame fra le ricadute dovute ai test nucleari realizzati dalla Francia e il rischio di un cancro alla tiroide. Questo legame spiega un basso numero di tumori, ma è significativo". Ad affermarlo è un organismo ufficiale, l'Istituto nazionale della Sanità e della Ricerca medica (Inserm) per bocca di uno dei suoi direttori, Florent de Vathaire. I risultati completi saranno resi noti solo in settembre, ma l'annuncio ha creato scalpore nella Polinesia francese, dove le tensioni indipendentiste e il rancore contro gli esperimenti sull'atollo di Mururoa sono pane quotidiano. Vedi l'articolo completo

Chissà se in Francia qualcuno prova un po' di rimorso?

03 agosto 2006

New York spegne le luci

Una notizia dell'ANSA (grazie al contadino per la segnalazione):

Caldo: New York spegne le sue luci
Per dare energia ai condizionatori d'aria
(ANSA) - NEW YORK, 3 AGO - Per la seconda notte consecutiva anche Times Square a New York ha spento tutto, o quasi, per dare energia ai condizionatori d'aria. Nella città che non dorme mai, dove di norma i grattacieli sono illuminati anche la notte quando non c'è nessuno dentro, in questi giorni l'elettricità è diventato un bene prezioso, da risparmiare. Da 2 giorni il caldo è asfissiante con temperature intorno ai 38 gradi centigradi e un tasso di umidità da paese tropicale.
Se anche il cuore dell'impero si trova costretto a razionare l'energia, dovrebbe essere chiaro a tutti che stiamo camminando su un filo teso, e senza rete sotto. Ormai basta poco, un granello di sabbia nell'ingranaggio, un oleodotto sabotato, qualche centrale elettrica ferma per mancanza di acqua di raffreddamento, per rischiare di far collassare un sistema energetico alle corde. La soluzione ovvia sarebbe intraprendere politiche di risparmio: ad esempio, il ministro Bersani potrebbe andare in TV e col suo accento romagnolo dire che è meglio usare il ventilatore, piuttosto che il condizionatore, che fa pure male alla salute. Ma nessuno dei nostri politici ha la spina dorsale necessaria per fare qualcosa di così innovativo, inimicandosi i produttori e venditori di condizionatori. Preferiscono farci correre sul filo, nell'illusione che non perderemo mai l'equilibrio. L'economia deve girare, come la giostra del paese dei balocchi. Finché non ci renderemo conto di quali sono le conseguenze. Tutti abbiamo letto Pinocchio, ma solo pochi lo hanno interiorizzato.