23 aprile 2007

Non solo Australia

Anche qui da noi, sia pure in forme per il momento molto meno drammatiche di quelle australiane, si profila lo spettro della siccità.
Scrive l'ANSA:

Siccità, Po scende di 80 cm in una settimana
Coldiretti: lago Garda ai minimi storici a Peschiera
(ANSA) - ROMA, 22 APR - Si aggrava la situazione di emergenza idrica con il fiume Po che a Pontelagoscuro è sceso di 80 centimetri in una sola settimana. Il dato emerge da un monitoraggio della Coldiretti. Il lago di Garda, a Peschiera, è di cinquanta centimetri al di sotto della media storica degli ultimi 50 anni. E' al di sotto di 70 centimetri il lago Maggiore a Sesto Calende. Dall'acqua del bacino idrico del Po - Sottolinea Coldiretti - dipende un terzo del valore del Made in Italy agroalimentare.
E ancora, all'allarme per la possibile mancanza d'acqua si accompagna quello per i possibili black-out, visto che l'acqua è essenziale sia per gli impianti idroelettrici che per il raffreddamento di quelli termoelettrici. Ed è possibile che in estate ci ritroveremo con solo 49.000 MW di potenza elettrica disponibile, a fronte di una domanda che l'anno scorso ha toccato i 55.000 MW, complici anche gli ormai obiqui condizionatori d'aria, dei quali pare non si possa più fare a meno (e prima, come facevamo?).

Sul tema, c'è anche l'articolo di Repubblica.

22 aprile 2007

Siccità australiana

I nodi vengono al pettine, anche prima del previsto. In Australia la siccità, dovuta agli effetti del riscaldamento globale, è uno spettro estremamente reale, oggi.
Ecco l'inizio di un articolo della Stampa:

John Howard, il primo ministro australiano che sbeffeggiava i teorici del riscaldamento globale e rifiutava di incontrare Al Gore per una discussione sulle conseguenze dell’effetto serra, ha invitato i suoi concittadini a pregare. Se entro sei settimane non pioverà, l’Australia dovrà bloccare fino al maggio 2008 l’irrigazione dei campi, l’unica misura che potrà consentire alla gente di avere ancora un po’ d’acqua per bere, lavarsi e cucinare. Se Dio non ascolterà le preghiere di Howard, saranno bloccate le chiuse del bacino dei fiumi Murray e Darling, che produce il 40 per cento del cibo dell’Australia e che è grande come Francia e Spagna messe insieme. Milioni di alberi da frutta e di ulivi moriranno, con le piante di riso e di cotone, gli agrumi, le mandorle, i vigneti. Moriranno le pecore e le mucche, e circa 50 mila farmers dovranno lasciare le fattorie che abitano da generazioni in quella che, agli emigrati che la colonizzarono all’inizio dell’800, sembrava una terra protetta dal cielo. Per la prima volta, gli effetti del riscaldamento globale si abbattono in modo devastante su di una nazione sviluppata, una delle più potenti e progredite del mondo. John Howard, come molti altri, pensava che siccità e carestie fossero una prerogativa del Corno d’Africa, che mai ci avrebbero colpito nelle nostre confortevoli case.
Ben gli sta, verrebbe da dire, visto che Howard è stato insieme a Bush l'unico leader di un paese industrializzato a non firmare il protocollo di Kyoto. Ma sarebbe scellerato gioire, sia perché le conseguenze umane e ambientali potrebbero essere molto pesanti, sia perché il problema è di tutti, e la siccità domani potrebbe colpire anche noi, specialmente le regioni centro-meridionali.

In realtà il prosieguo dell'articolo spiega che in parte il problema è dovuta alla cattiva gestione delle acque, su cui per anni non si è fatto niente. Tuttavia, conoscendo i nostri acquedotti colabrodo e l'indifferenza alla questione della politica nostrana, troppo assorta in partiti democratici e vendite (o acquisti) di compagnie telefoniche, la cosa ci rassicura ben poco.

20 aprile 2007

Addio al leopardo Amur

Una notizia ANSA:

Leopardo Amur verso estinzione
WWf, solo una trentina gli esemplari rimasti
(ANSA) - ROMA, 18 APR - I cambiamenti della natura mietono un'altra vittima: il leopardo dell'Amur, che vive in Siberia, e' sull'orlo dell'estinzione. Sono una trentina gli esemplari rimasti, secondo il censimento condotto dal Wwf, dalla Wildlife Conservation Society, e dal Pacific Institute of Geography dell'Accademia delle Scienze russa. Un numero che non garantirebbe la continuita' della specie. All'origine della decimazione la perdita di habitat e i cambiamenti climatici.
Con soli 30 esemplari, il leopardo Amur è ormai spacciato. Un'altra meraviglia della natura persa per sempre.

18 aprile 2007

64 vittime del profitto

Oggi che i giornali sono pieni di notizie sulla strage del Virginia Tech, il campus universitario statunitense dove un ragazzo ha sparato uccidendo 32 persone e si è poi suicidato, vogliamo citare anche un altro evento, verificatosi in Cina. L'orrenda morte di 32 operai di un'acciaieria, sepolti dall'acciaio fuso in seguito alla caduta di un enorme crogiolo. L'incidente è avvenuto alla Qinghe Special Steel, un'acciaieria di Tieling, nella provincia di Liaoning.

La simmetria numerica fra le due stragi fa da contraltare alla dissimetria informativa, al risalto dato ai due eventi. Si sa, ciò che accade negli USA fa più notizia di quello che avviene nel resto del mondo.

Qui vogliamo solo notare che queste stragi parallele si possono entrambe far risalire ad una medesima matrice: la costante ricerca del profitto nella società capitalistica, che passa sopra a qualunque rispetto per la vita umana. La strage statunitense è, come ben sappiamo, in buona parte attribuibile alla facilità con cui si vendono le armia negli USA. Gli squilibrati ci sono dappertutto, ma in altri paesi è per loro molto più difficile mettere le mani su armi da fuoco. E questo fa la differenza, come ci ha ben spiegato Michael Moore. Questa assurda situazione non cambia grazie alla propaganda della potentissima lobby dei produttori di armi, che pur di salvaguardare i propri profitti riescono a convincere gli statunitensi che poter comprare e portare armi sia un diritto fondamentale dell'uomo. Incuranti dell'enorme numero di omicidi che vengono consumati, di cui queste stragi numericamente rilevanti sono solo la punta dell'iceberg. Nel caso cinese, è risaputo che l'altissimo livello di incidenti sul lavoro in Cina è riconducibile alle pessime condizioni di lavoro e al mancato rispetto delle norme di sicurezza. Quelle stesse caratteristiche che rendono le merci cinesi così economiche sui mercati di tutto il mondo. Anche qui, la ricerca del profitto causa stragi. E anche noi, con tutte le merci made in China che in questo preciso momento ci circondano, non siamo esenti da colpe.

16 aprile 2007

I nuovi sottomarini nucleari russi

La Russia si doterà, entro il 2018, di 8 nuovi sottomarini nucleari, in grado di lanciare missili intercontinentali con testate nucleari multiple (fonte ANSA). Il primo di essi, lo "Yuri Dolgoruky", è stato varato ieri a Severodvinsk, sul Mar Bianco. Era da prima del crollo dell'URSS che non venivano costruiti nuovi sottomarini nucleari strategici, e questa mossa conferma la volontà russa di riproporsi come superpotenza, anche militare.

Stiamo rapidamente tornando alla situazione della guerra fredda, con la complicazione che invece di due superpotenze egemoni abbiamo una sola superpotenza e molte potenze regionali, che si stanno rapidamente attrezzando per dotarsi di armi nucleari a lunga gittata (come nel caso di India e Pakistan). Uno scenario che si fa quindi via via più complesso, rendendo lo spettro della guerra nucleare più che mai attuale. Anche in considerazione dei pericolosi sforzi dell'amministrazione statunitense per portare le armi nucleari dall'essere armi di distruzione di massa con effetti tali da renderne difficile un effettivo utilizzo se non in caso di guerra totale, allo stato di armamenti con effetti più limitati (le "mini-nukes"), e quindi effettivamente utilizzabili nelle guerre regionali.

15 aprile 2007

Lo Yangtze sta morendo

Lo Yangtze, che è il più grande fiume cinese e costituisce da solo un terzo delle riosrse idriche di quel paese, è gravemente inquinato, grazie al fatto che abbiamo trasformato la Cina nella Grande Fabbrica del mondo (cosa non è made in China, ormai?).

Ecco la notizia, così come riportata dall'ANSA:

Cina: allarme inquinamento Yangtze
Studiosi, in pericolo la maggiore risorsa idrica del Paese
(ANSA) - PECHINO,15 APR - Lo Yangtze, il piu' lungo fiume cinese è in pericolo: più di 600 km sarebbero fortemente inquinati da pesticidi, fertilizzanti e liquami. 'L'impatto delle attività umane sull'ecologia legata alle acque del fiume Yangtze è largamente irreversibile', ha detto uno studioso dell'Accademia cinese delle scienze. Le città lungo le rive dello Yangtze scaricano annualmente 14,2 mld di tonnellate di rifiuti nel più lungo corso d'acqua che costituisce circa il 35% delle risorse idriche del paese.

Sinistra o destra, sempre sudditi siamo

Una gravissima iniziativa di esponenti del governo italiano. Che si guardano bene dall'informare, noi o i nostri rappresentanti in parlamento, di ciò che fanno in nostro nome.

Il Manifesto,14 aprile 2007

Scudo Usa, il governo ammette
Il sottosegretario Marco Verzaschi (Udeur) ha ammesso la firma «dell'accordo quadro Italia-Usa», siglato a Washington senza informare parlamento e governo
Manlio Dinucci
Tommaso Di Francesco

«Da parte italiana, è stato recentemente firmato un Accordo quadro di cooperazione Italia-Usa che amplia il perimetro di tale cooperazione al settore della difesa da missili balistici»: così ha dichiarato, il 12 aprile alla Camera dei deputati, il sottosegretario di stato per la difesa Marco Verzaschi (Udeur), rispondendo a una interpellanza urgente presentata il 3 aprile dai gruppi di Rifondazione comunista al Senato e alla Camera.
Il governo riconosce dunque l'esistenza dell'accordo, documentata dal nostro giornale 1° aprile 2007, arricchisce di particolari la vicenda, precisando che il memorandum di accordo quadro sarebbe stato siglato al Pentagono «lo scorso febbraio». In effetti il nostro giornale è stato l'unico in Italia a basare la notizia dell'accordo su un documento ufficiale: il testo scritto della dichiarazione fatta il 27 marzo 2007 dal generale Henry Obering III, direttore dell'Agenzia Usa di difesa missilistica, di fronte al comitato per i servizi armati della Camera dei rappresentanti: «Ho il piacere di annunciare che lo scorso febbraio abbiamo stabilito un memorandum di accordo quadro con l'Italia e possiamo ora iniziare a sviluppare possibilità di condivisione di tecnologie di difesa missilistica, analisi, e altre forme di collaborazione».
Il sottosegretario Verzaschi non ha però spiegato perché il governo italiano avesse finora tenuto segreto un accordo di tale portata, né ha precisato chi l'abbia firmato lo scorso febbraio. Noi abbiamo scritto che probabilmente era stato il sottosegretario alla difesa Giovanni Forcieri, in visita negli Usa in quel periodo, a firmarlo. Lui nega di averlo mai firmato - non ne era a conoscenza nemmeno lui? - pur non avendo ancora smentito ufficialmente, ma lo ascolteremo in questi giorni direttamente. Il fatto «nominale» è comunque secondario: l'importante è sapere perché il governo Prodi l'abbia firmato, perdipiù tenendolo poi segreto.
Ha «provato» a spiegarlo il sottosegretario Verzaschi. «Il citato Accordo quadro di cooperazione - ha dichiarato in aula - si inserisce nelle molteplici iniziative intraprese in ambito Nato, dove, fin dal 1996, sono state avviate varie atti-vità volte alla realizzazione di idonei strumenti a protezione dell'Alleanza dal rischio derivante dall'uso di missili balistici equipaggiati con armi di distruzione di massa da parte di nazioni ostili o gruppi terroristici». Lo stesso generale Obering ha invece chiarito che lo schieramento in Europa, da parte degli Stati uniti, di missili anti-missili non rientra in ambito Nato e che «gli Usa non sono disponibili a cedere la responsabilità del progetto». Poiché la Francia si oppone a tale progetto e altri governi alleati sono dubbiosi, Washington non ha chiesto il consenso della Nato ma, scavalcando l'Alleanza, ha cercato di ottenere prima quello di singoli governi consenzienti (Gran Bretagna, Polonia, Repubblica ceca, Italia e altri) attraverso accordi bilaterali. Contraddicendosi, lo stesso Verzaschi ha ammesso che «i principali alleati sono stati incoraggiati ad associarsi ai progetti americani». I governi italiani non hanno avuto bisogno di molto incoraggiamento. L'accordo quadro con l'Italia, preannunciato dal generale Obering nel marzo 2006, era stato redatto dal Pentagono col governo Berlusconi. La firma era però slittata in vista delle elezioni italiane di aprile, ed è stato poi il secondo governo Prodi ad apporla.
«L'Accordo in questione - ha dichiarato il sottosegretario Verzaschi - è giustificato dalla volontà dei due paesi di creare un quadro normativo che consenta alle due nazioni di rafforzare la cooperazione in ambito bilaterale in tale specifico settore, per consentire di dare l'avvio a scambi di informazioni propedeutici a eventuali successive collaborazioni». Non spiega però il sottosegretario in che modo il governo abbia verificato la «volontà» dell'Italia di sottoscrivere l'accordo, dal momento che è stato tenuto segreto non solo agli italiani, ma al parlamento e a parte della stessa coalizione governativa, mentre invece avrebbe dovuto essere reso pubblico e sottoposto al parlamento prima della sua conclusione.Con tono tranquillizzante, il sottosegretario Verzaschi ha dichiarato che «l'accordo non determina impegni e/o oneri finanziari tra le parti: è infatti demandata alla stipula degli accordi attuativi successivi, ciascuno finalizzato allo specifico settore di collaborazione, la definizione delle caratteristiche e delle modalità per la suddivisione dei costi associati». La prospettiva è tutt'altro che tranquillizzante: l'accordo quadro comporta una serie di «accordi attuativi successivi», che coinvolgeranno non solo le industrie militari italiane, ma anche università e centri di ricerca, provocando una ulteriore militarizzazione della ricerca a scapito di quella civile. E tali accordi comporteranno «costi associati», ossia un ulteriore aumento della spesa militare italiana e un rafforzamento dei comandi e delle basi statunitensi (comprese quelle nucleari) sul nostro territorio, che diverrà ancor più trampolino di lancio delle operazioni militari statunitensi verso sud e verso est e, quindi, ancor più bersaglio militare.
Lo stesso Verzaschi, dopo aver assicurato che la «difesa missilistica» ha «eminentemente una finalità protettiva», ammette che «nuovi programmi sono suscettibili di alterare equilibri strategici consolidati, in particolare con la Russia». Fatto che - ha ammonito il presidente francese Jacques Chirac - potrebbe «spaccare il continente e provocare una nuova guerra fredda». In cui l'Italia, ancora una volta, farà da scudo agli Stati uniti.

12 aprile 2007

Morire di alcool

Una notizia ANSA:

Alcol: Italia, 25mila morti l'anno
Un giovane su 5 ubriaco al sabato sera, si comincia a 11 anni
(ANSA)-ROMA, 12 APR- In Italia l'alcol uccide circa 25.000 persone l'anno e 115.000 in Europa: sono le stime dell'Oms presso l'Istituto Superiore di Sanita' (Iss). Le cifre rese note per la Giornata sulla prevenzione dell'alcol. Cirrosi epatica e incidenti stradali le due principali cause di morte. Ma l'allarme riguarda i giovanissimi: sono sempre di piu' quelli tra gli 11 e i 15 anni che bevono abitualmente e il 20% dei giovani si ubriaca il sabato sera. Il Codacons: elevare a 18 anni l'eta' minima per la vendita.
25.000 morti l'anno. Quanti ne uccide la marijuana? Nessuno, che mi risulti. Quale dei due è in libera vendita?

E' evidente come la società in cui viviamo sia, al di là della retorica sul migliore dei mondi possibili, tanto insostenibile da indurre milioni di persone a cercare vie di fuga, siano esse la sbronza del sabato sera, la canna, il tiro di coca o le ore passate su Second Life. (ai miei tempi le sprecavo sui MUD). Sarebbe forse opportuno prendere atto di questa esigenza e, oltre a cercare di costruire una società magari meno danarosa ma più vivibile, favorire le droghe, reali o virtuali, che risultino meno dannose per l'organismo e per la società. Consapevoli che non sarà la proibizione a scoraggiare chi cerca la fuga dalla realtà.

Missile nucleare indiano

Dopo il missile pakistano, in grado di trasportare testate nucleari a 700 km di distanza, non poteva mancare la risposta indiana. E infatti l'India ha sperimentato con successo un missile balistico a due stadi con propellente solido, denominato "Agni III" (agni significa fuoco in hindi), in grado di trasportare testate nucleari fino a 3000 km di distanza, e quindi di colpire non solo il Pakistan, ma anche città nel cuore della Cina come Pechino o Shanghai. Ecco un articolo del Guardian.

08 aprile 2007

Il rapporto IPCC

E' uscito il rapporto IPCC, intitolato "Cambiamento climatico 2007: impatti, adattamento e vulnerabilità" ed è pieno di visioni cupe per il nostro futuro. Non starò a riassumerne i contenuti, ad esempio la prevista estinzione del 30% delle specie viventi, potete leggere a riguardo i numerosi articoli, as esempio quello dell'Unità o quello di Yahoo!News, focalizzato sugli effetti sulla salute.

Ciò che colpisce è che queste previsioni, catastrofiche ma scientificamente fondate, vengano rapidamente archiviate come una notizia fra le tante. Sembra mancare la capacità di comprendere il baratro che ci si sta spalancando davanti. Ho accanto a me La Repubblica di oggi, e le notizie in prima pagina riguardano la legge elettorale e la questione Telecom. Solo un titoletto rimanda alle pagine 16 e 17, dove viene trattato l'argomento. Del resto, sono già passati due giorni dalla pubblicazione del rapporto, la notizia è "vecchia".

Oggi si svolge a Roma una marcia contro la pena di morte, iniziativa meritoria a cui questo blog aderisce virtualmente. Eppure, a voler dare alle cose le giuste proporzioni, bisognerebbe marciare ogni giorno per invocare la salvezza dei futuri condannati a morte del disastro ambientale. Che non si contano a centinaia o migliaia, come le vittime della giustizia umana, ma a milioni e decine di milioni. Forse sono proprio queste cifre così grandi ad impedirci di afferrare la portata del disastro. O forse c'è un senso di ineluttabilità, analogo a quello espresso dal sottotitolo di questo blog.

Ma in realtà io credo che, molto semplicemente, dietro questo apparente disinteresse si celi una fede: la fede in quel progresso tecnologico, che in cinquant'anni ha innalzato oltremisura le nostre condizioni di vita. Si stenta ad accettare che questo innlazamento abbia silenziosamente gettato le basi per un crollo futuro. La tecnologia è magia, come ha spiegato così bene Umberto Eco. Che dietro la magia bianca si celi quella nera, è qualcosa a cui non riusciamo a credere. E la saggezza che ci viene dal passato, racchiusa in storie come quella del pesciolino d'oro, l'abbiamo persa per strada, sedotti dall'omino di burro e dal suo paese dei balocchi.

04 aprile 2007

Guerre climatiche

Un interessante articolo dell'Independent racconta molto bene le probabili conseguenze della crisi climatica, anticipando i contenuti del rapporto dell'IPCC che sarà presentato venerdì a Bruxelles. Come il nostro blog sostiene, la scarsità di risorse (acqua, cibo, terra coltivabile) esacerberà le tensioni fra gli Stati. Questo fenomeno interesserà principalmente il terzo mondo, ma potrebbe anche coinvolgere Cina, USA e parte dell'Europa, per un totale di più di 60 nazioni. Tra vent'anni, decine di milioni di latinoamericani e centinaia di milioni di africani si troverannoa soffrire di scarsità di acqua, in aggiunta a coloro che già adesso hanno questo problema. Nel 2035 è molto probabile che i ghiacciai dell'Himalaya, che sono oggi una preziosissima riserva di acqua che alimenta i grandi fiumi del continente, saranno completamente sciolti, mettendo a rischio la sopravvivenza di 700 milioni di persone. E così via.

Questi conflitti per le risorse sono in realtà già in atto. Ad esempio, l'accesso all'acqua è una delle principali cause dell'eterno conflitto tra israeliani e popoli arabi circonstanti. E anche la crisi del Darfur è dovuta a contese sull'accesso all'acqua.

02 aprile 2007

Venti di guerra sull'Iran

Girano voci insistenti secondo cui gli USA attaccheranno l'Iran tra pochi giorni. Lo dice anche l'agenzia Ria Novosti, citando fonti dello spionaggio russo, secondo cui gli USA hanno aumentato la loro presenza militare nella zona, raggiungendo i livelli del marzo 2003, quando partì l'attacco all'Iraq. Una nuova portaerei, la USS John C. Stennis, insieme al suo gruppo, è stata inviata nel Golfo Persico, dove già si trovava la USS Dwight D. Eisenhower. Secondo altre fonti anche la Nimitz starebbe per raggiungerle.

Si vocifera inoltre di batterie di missili anti-missile Patriot installate nel Bahrein. Degli hotel del Bahrein che sarebbero quasi pieni a causa dell'aumento di presenze di personale militare americano e di corrispondenti di guerra. Giovedi scorso il Generale Khaled al-'Absi, comadante in capo dell'Aeronautica del Bahrein, avrebbe affermato che nel paese sono stati installati nuovi sistemi d'allarme e che i sistemi di difesa sono stati aggiornati per affrontare qualsiasi

attacco di tipo chimico, biologico e radioattivo (capirai...).

Le voci si spargono, c'è anche chi sostiene che l'attacco avverrà il 6 aprile alle 00:40, e questa precisione ci pare davvero un po' poco credibile. Non possiamo che attendere, e sperare per il meglio. Per il popolo iraniano, e per noi stessi, perché dalla crisi iraniana, per l'importanza della posta in gioco (il petrolio) potrebbe veramente sprigionarsi la guerra termonucleare globale.