Apprendiamo dal blog "Petrolio" una notizia, ripresa dal sito dell'Earth Policy Institute, secondo cui anche quest'anno la produzione mondiale di cereali sarebbe insufficiente a soddisfare la domanda. Una cosa che è già accaduta in sei degli ultimi sette anni (fa eccezione il 2004). Come conseguenza, si prevede che le riserve mondiali di cereali scendano a 57 giorni di consumo, molto vicine al record negativo di 56 giorni di consumo del 1972, che fu la causa di un raddoppio dei prezzi.
Sembra chiaro che abbiamo un problema. La crescita della produzione di cereali non riesce a tenere il passo con la domanda, causata dalla crescita della popolazione mondiale e dal miglioramento delle condizioni economiche di parte di essa, cui segue un aumento di consumo di carne e quindi di cereali usati come mangimi.
E' importante osservare che solo il 60% della quantità di cereali prodotta viene utilizzata per consumo diretto, mentre il 36% viene usata come mangime e il 3% si usa per produrre biocarburanti. Quest'ultima voce è attualmente in tumultuosa crescita a un ritmo di oltre il 20% l'anno, il che suggerisce che avremo presto il problema di dover scegliere se nutrire le persone o le macchine. Conoscendo la nostra società, ho pochi dubbi su quale sarà la scelta.
Sarebbe comunque un errore pensare che questo problema non ci riguardi direttamente. La crescente instabilità del clima, dovuta al riscaldamento globale, può facilmente dar luogo ad annate di bassa produzione, come fu nel 2003, quando in Italia la produzione di cereali diminuì del 15%, da 21,2 milioni di tonnellate dell'anno precedente a 17,9 milioni. In una situazione di scorte mondiali sempre più ridotte, un evento del genere potrebbe innescare una corsa al rialzo dei prezzi. Anche se è per il momento prematuro ritenere che in Italia potremmo trovarci a soffrire la fame (come potrebbe purtroppo accadere in paesi più poveri), tuttavia si potrebbero avere ripercussioni gravi sull'economia, in analogia a quello che sta per accadere con il petrolio, e anche momentanee mancanze di approvvigionamento. Tanto più che, come apprendiamo con stupore (cercate "giacenze" nel testo), l'Italia non ha scorte strategiche di cereali.
12 luglio 2006
Riserve di cereali in calo
Etichette: agricoltura
Pubblicato da Deserteur alle 21:46
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