19 aprile 2009

Macchine di morte, coi nostri soldi

Fonte: Rete Nazionale Disarmiamoli!

Oltre 14 miliardi di euro per il caccia F-35 mentre mancano i soldi per i terremotati

di Manlio Dinucci

Per i terremotati dell’Abruzzo il governo ha messo a disposizione 100 milioni di euro, ma ce ne vorranno molti di più: solo per le esigenze del ministero dell'interno, si dovranno trovare 130 milioni nei prossimi sei mesi. E, se si vorrà veramente ricostruire, occorreranno stanziamenti ben maggiori. Dove trovare questi fondi, in una fase di crisi come quella attuale, senza dover con ciò tagliare ulteriormente le spese sociali (scuola, sanità, ecc.)? La risposta è più semplice di quanto sembri: basterebbe bloccare l’enorme stanziamento che sta per essere destinato all’acquisizione del caccia statunitense F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) della Lockeed Martin.

La commissione difesa della camera ha già dato parere favorevole all’acquisizione del caccia e quella del senato lo farà entro il 16 aprile. Nel budget 2009 del ministero della difesa è già previsto uno stanziamento di 47 milioni di euro per l’F-35. E’ solo un piccolo anticipo: per partecipare al programma, l’Italia si è impegnata a versare oltre un miliardo di euro. Ma sono ancora spiccioli, di fronte alla spesa che il parlamento sta per approvare: 12,9 miliardi di euro per l’acquisto di 131 caccia, più 605 milioni per le strutture di assemblaggio e manutenzione. Complessivamente, 14,5 miliardi di euro. Saranno pagati a rate di circa un miliardo l’anno tra il 2009 e il 2026. Ma, come avviene per tutti i sistemi d’arma, il caccia verrà a costare più del previsto e, una volta prodotto, dovrà essere ulteriormente ammodernato. E’ quindi certo che l’esborso totale (di denaro pubblico) sarà molto maggiore di quello preventivato. Va inoltre considerato che l’aeronautica sta acquistando 121 caccia Eurofighter Typhoon, il cui costo supera gli 8 miliardi di euro.

La partecipazione dell’Italia al programma del Joint Strike Fighter, ribattezzato F-35 Lightning (fulmine), costituisce un perfetto esempio di politica bipartisan. Il primo memorandum d’intesa è stato firmato al Pentagono, nel 1998, dal governo D’Alema; il secondo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo Prodi. E nel 2009 è di nuovo un governo presieduto da Berlusconi a deliberare l’acquisto dei 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal governo Prodi nel 2006 (v. il manifesto, 25-10-2006). Si capisce quindi perché, quando il governo ha annunciato l’acquisto di 131 F-35, l’«opposizione» (PD e IdV) non si sia opposta.

L’Italia partecipa al programma dell’F-35 come partner di secondo livello: ciò significa che contribuisce allo sviluppo e alla costruzione del caccia. Vi sono impegnate oltre 20 industrie, cioè la maggioranza di quelle del complesso militare, tra cui Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Selex Communications, Datamat e Otomelara di Finmeccanica e altre non-Finmeccanica, come Aerea e Piaggio. Negli stabilimenti Alenia in Campania e Puglia, e successivamente in quelli piemontesi, verranno prodotte oltre 1.200 ali dell’F-35. Presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara) sarà realizzata una linea di assemblaggio e collaudo dei caccia destinati ai paesi europei, che verrà poi trasformata in centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. Dalla catena di montaggio italiana usciranno probabilmente anche i 25 caccia acquistati da Israele, cui se ne potranno aggiungere altri 50. Il governo lo presenta come un grande affare per l’Italia: non dice però che, mentre i miliardi dei contratti per l’F-35 entrano nelle casse di aziende private, i miliardi per l’acquisto dei caccia escono dalle casse pubbliche. Questa attività, secondo il governo, creerà subito 600 posti di lavoro e una «spinta occupazionale» che potrebbe tradursi in 10mila posti di lavoro. Una bella prospettiva quella di puntare, per far crescere l’occupazione, su uno dei più micidiali sistemi d’arma.

L’F-35 è un caccia di quinta generazione, prodotto in tre varianti: a decollo/atterraggio convenzionale, per le portaerei, e a decollo corto/atterraggio verticale. L’Italia ne acquisterà 69 della prima variante e 62 della terza, che saranno usati anche per la portaerei Cavour. I caccia a decollo corto/atterraggio verticale, spiega la Lockheed, sono i più adatti a «essere dispiegati più vicino alla costa o al fronte, accorciando la distanza e il tempo per colpire l’obiettivo». Grazie alla capacità stealth, l’F-35 Lightning «come un fulmine colpirà il nemico con forza distruttiva e inaspettatamente». Un aereo, dunque, destinato alle guerre di aggressione, a provocare distruzioni peggiori di quelle del terremoto dell’Abruzzo. Ma per le vittime non ci saranno funerali di stato, né telecamere a mostrarli.

07 aprile 2009

Democrazia e controllo

I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero può portare all'azione, perciò la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato.

Noam Chomsky, "La fabbrica del consenso"

05 aprile 2009

Schizofrenia mediatica

In un articolo apparso stamattina su Repubblica online, riguardante il processo per l'omicidio di Meredith Kircher, si legge:

Più tardi però [Rudy Guede, uno degli accusati] scrive ai suoi legali per spiegare le ragioni del suo silenzio. Lettera che è finita puntualmente in televisione alimentando il vergognoso mercato di diari e memoriali che sinora hanno procurato ai loro autori solo ulteriori guai.
Nobili parole, invero. Peccato però che lo stesso giornale pubblichi, immediatamente sotto al link dell'articolo, la famosa lettera di Guede ai suoi legali. Il mercato sarà anche vergognoso, ma Repubblica non si tira certo indietro.

Poi, l'articolo è interessante per altri aspetti, in quanto racconta di periti medico-legali che esprimono conclusioni basate non su evidenze scientifiche, ma su opinioni personali. Col beneficio del dubbio che va sempre accordato a chi finisce sui giornali, c'è di che rabbrividire. Ma di come funzionino certi meccanismi della giustizia, vi avevo già parlato. Anni luce, rispetto all'asetticità di Grissom.

25 marzo 2009

Gli abissi della giustizia italiana

Un lucidissimo commento di Marco Travaglio sulla vicenda dei presunti stupratori della Caffarella, che bene illustra gli abissi in cui sta sprofondando la nostra giustizia.

Consiglio anche la lettura di questo.
Non disinteressatevi, perché potreste finirci in mezzo anche voi.

13 marzo 2009

Corallo addio

Avevate in progetto di andare a vedere una barriera corallina? Beh, sbrigatevi, perché entro pochi anni potrebbe non restarne altro che ingialliti documentari. La notizia la dà l'ANSA, ma riprende un articolo pubblicato sulla qualificata rivista scientifica Geophysical Research Letters. La causa? Il riscaldamento globale e l'acidificazione degli oceani, entrambi dovuti all'anidride carbonica immessa in atmosfera dall'uomo attraverso i processi di combustione:

Rischio sparizione barriere corallo
Secondo uno studio, tra 20 anni potrebbero essere un ricordo
(ANSA) - ROMA, 12 MAR - Le barriere coralline di tutto il pianeta sono destinate a scomparire nell'arco di una ventina di anni. Sotto accusa, secondo uno studio pubblicato da Geophysical Research Letters, gli alti livelli di anidride carbonica. L'acidificazione degli oceani insieme all'aumento delle temperature marine sono le cause principali. 'Ogni secondo vengono immesse nell'atmosfera oltre 1.000 tonnellate di anidride carbonica, di cui 300 finiscono negli oceani'.

06 marzo 2009

Razzismo contro i rumeni

A fingersi rumeni, oggi, si rischia grosso, come ha scoperto il giornalista Calabresi. Ad esserlo, ovviamente, anche di più. E certamente, anche i giornali ci mettono del loro: per quale motivo abbiamo sempre detto "rumeni", con la 'u', e adesso si legge dappertutto "romeni", con la 'o'? C'è forse un intento neanche tanto nascosto di creare confusione tra cittadini della Romania ed appartenenti all'etnia Rom? Un tentativo di cancellare identità e culture, mettendo tutti in uno stesso calderone, in cui rimestare a piacimento? Mi auguro di no, che sia solo disattenzione e ignoranza.

01 marzo 2009

Mistificazioni

La signora P., fervente spettatrice di un telegiornale dei peggiori, mi dice: "e poi questo Englaro, ora è pure indagato perché ha fatto fare le foto di sua figlia e poi le ha vendute".
Poco importa che, come ha fatto saggiamente notare Galatea, ciò che ha contraddistinto quest'uomo nella sua battaglia perché sua figlia potesse avere pace è stata proprio la grande dignità, che ha fatto sì che le uniche foto di Eluana che sono circolate sono quelle che la ritraevano giovane e sorridente, e mai quelle del suo stato vegetativo, che pure sarebbero state di grande aiuto per la sua causa. La mistificazione che ancora si fregia dell'epiteto di informazione non concede tregua. Ne ho visto un pezzetto, ieri sera, di quel telegiornale. E ancora si è parlato di quel caso, in modo allusivo, mafioso, ventilando senza dire che in realtà si sia trattato di un omicidio. Mi si sono torte le budella, davanti a tanto squallore, a tanta mancanza di umanità, a quel conduttore imbellettato che si beava del proprio potere mediatico, della propria capacità di gettare pietre e nascondere la mano dietro il diritto di cronaca. E al pensiero che milioni di persone lo seguono ipnotizzate, condividendo quei valori, quel modo viscido di porsi, quel vuoto interiore.
Chissà se un giorno avremo la forza di aprire le finestre, tutti insieme, e buttare nelle strade milioni di televisori. Tutti in una sola sera, ad esprimere la liberazione dalle catene intellettuali che sono state poste ai nostri cervelli, che ci impediscono di vedere oltre il ghigno del conduttore di turno.

20 febbraio 2009

Colera

Morire di colera nel 2009. Accade, e parecchio anche. In Zimbabwe, ad esempio. Dall'ANSA:

Zimbabwe: colera, quasi 4 mila morti
Salgono a oltre 80 mila i cadi di infezione
(ANSA) - GINEVRA, 20 FEB - Appare inarrestabile l'epidemia di colera in Zimbabwe: 3.759 i decessi accertati, mentre sono saliti a 80.250 i casi di infezione. Secondo i dati resi noti dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), il tasso di mortalita' dell'epidemia scoppiata in agosto e' alto, al 4,7%. Il colera e' una malattia curabile, ma nello Zimbabwe il sistema sanitario e' al collasso e la propagazione della malattia e' favorita dalla decrepitezza del sistema fognario e delle infrastrutture idriche.

03 febbraio 2009

Cattiveria

Un uomo, solo, lontano dalla terra natia, senza una famiglia, senza un lavoro, giace in un letto d'ospedale, devastato da tremende ustioni, a causa di un gruppo di balordi che gli ha dato fuoco mentre dormiva su una panchina.

Allo stesso tempo, un ministro di questa disgraziata repubblica, afferma: "Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi".

A me pare che di cattiveria, in giro, ce ne sia già abbastanza. E come stupirsi, quando il messaggio politico è talmente degradato che i ministri incitano alla cattiveria, che poi ci sia chi brucia vive le persone?

Io vorrei proporre un messaggio alternativo: "Non bisogna essere buonisti. Bisogna essere buoni".

Preparativi

Secondo questo articolo di Repubblica, la Cina si prepara a fronteggiare disordini e rivolte popolari innescate dalla crisi economica e dalla disoccupazione che ne risulta. Che in Cina, come ogni cosa, assume dimensioni epiche, l'articolo parla di 27 milioni di lavoratori che dalle zone rurali si sono trasferiti nelle zone industrializzate, e che ora, rimasti disoccupati, sono costretti a tornare indietro.
Ma anche da noi, più discretamente, si fanno preparativi, specie dopo l'esperienza di guerriglia urbana in Grecia nello scorso dicembre. Lo illustra molto bene questo post di Crisis. In sordina, l'esercito viene dispiegato nelle strade, usando come scusa recenti episodi di criminalità. E si vocifera che le prefetture stiano chiedendo alle aziende sanitarie locali di rivedere e aggiornare i piani di emergenza relativi al massiccio afflusso di feriti nelle strutture.
Ovviamente, è possibile (e auspicabile) che non succeda nulla. Ma la crisi finanziaria è sempre lì, incombente sulle nostre teste. E se una mattina i bancomat smettessero di elargire denaro e gli sportelli delle banche restassero chiusi, nessuno sa cosa potrebbe verificarsi.