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24 gennaio 2008

La deforestazione accelera

Il ritmo di deforestazione dell'Amazzonia in Brasile è aumentato, come racconta questo articolo di BBC News. Negli ultimi cinque mesi del 2007 sono stati tagliati 3235 chilometri quadrati di foresta, una superficie pari a quella dell'intera Val d'Aosta. In soli cinque mesi. E questa stima potrebbe in realtà dover essere raddoppiata, quando si analizzeranno le foto da satellite. Più di metà di questa deforestazione si è avuta nello stato del Mato Grosso. Secondo Gilberto Camara, direttore dell'INPE, tratta di un tasso di deforestazione mai osservato prima in questo periodo dell'anno. Di fronte a notizie così sconsolanti, ogni commento è superfluo.

31 agosto 2007

La grande muraglia

Magari non a tutti interessa che le tigri si estinguano, che i ghiacciai si sciolgano, o che le terre coltivabili vengano invase dal cemento. O meglio, non lo ritengono così rilevante per le proprie vite, nell'illusione cornucopiana che il nostro pianeta sia talmente vasto da potersi permettere qualche piccola perdita.

Ma che dire dei monumenti più importanti lasciati dalle civiltà umane? Le Piramidi, la Cappella Sistina o il Taj Mahal, non sono cose uniche, la cui perdita sarebbe un danno devastante e irrimediabile? E la Grande Muraglia cinese? Ebbene, la Grande Muraglia tra vent'anni potrebbe non esserci più. Ce lo racconta Repubblica, riprendendo un articolo del Guardian.

Ancora una volta, la responsabilità è degli stessi fenomeni che stanno devastando gli ecosistemi. In questo caso, la distruzione di foreste e praterie per far posto prima a pratiche industriali non sostenibili che hanno finito per creare ampie zone di deserto e oggi a impianti industriali e miniere ha fatto crescere a dismisura il numero e la violenza delle tempeste di sabbia, che stanno erodendo la Grande Muraglia. In effetti, secondo l'agenzia Xinhua, già oggi ampie sezioni della muraglia sono ridotte a cumuli di detriti, e parecchie torri di vedetta si sono disintegrate.

Chissà se almeno di questo riusciremo a vergognarci, con i nostri discendenti?