27 novembre 2008

La macchina della giustizia

Leggo la seguente notizia su Yahoo!Notizie:

Detenuti: 50% è in attesa di giudizio
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - 'Su 58 mila detenuti circa 30 mila sono in attesa di giudizio'. Lo ha detto il ministro Alfano alla commissione Giustizia della Camera. Al 28 ottobre, i detenuti in attesa del primo giudizio sono 18.140. Gli appellanti sono 9.675 e i ricorrenti 3.682. Il Guardasigilli ha spiegato che il sovraffollamento delle carceri si risolve costruendo nuovi edifici e il governo ipotizza ingressi di privati nella realizzazione delle infrastrutture, attraverso finanziamenti, non nella gestione.
Allora, forse sarò un po' stupido, ma secondo me, visto che ci sono 18.000 persone che non si sa se siano colpevoli o innocenti, la soluzione sarebbe quella di giudicarli rapidamente. Cosa fattibile attraverso la semplificazione di procedure che sono farraginose oltre ogni dire. Invece no, che ci siano in carcere persone che non è detto che debbano starci non è considerato un problema. Il problema è solo il sovraffollamento, e la soluzione è quella di costruire nuove carceri. Certamente, è la soluzione più più lucrosa per i soliti costruttori.
Sempre a questo proposito, mi aveva colpito qualche giorno fa questa notizia ANSA relativa ad un processo piuttosto famoso:
Meredith: verso rinvio processo
Per questioni tecniche, prima udienza a metà gennaio
(ANSA) - PERUGIA, 25 NOV - Sarà rinviata alla metà gennaio la prima udienza del processo contro Sollecito e Amanda per l'omicidio di Meredith Kercher. L'orientamento è stato comunicato stamani dal presidente del tribunale perugino a uno dei difensori del giovane pugliese. La decisione di differire l'inizio del procedimento è legata a questioni tecniche. In particolare alla necessità di inserire nel fascicolo del dibattimento tutti gli atti indicati dal giudice dell'udienza preliminare.
Senza voler assolutamente esprimere giudizi di innocenza o colpevolezza, ho immaginato di essere in carcere, magari di essere innocente, e di aspettare la conclusione del processo perché sia dimostrata la mia innocenza. Con quale spirito potrei prendere un rinvio di cinquanta giorni "per questioni tecniche"? Cinquanta giorni della vita di due ragazzi, che potrebbero (ripeto, potrebbero) essere innocenti, buttati al vento a causa di lungaggini burocratiche.
A me pare che ci sia proprio qualcosa che non va, e non è un problema di mattoni e cemento.

17 novembre 2008

Il più piccolo dei miei fratelli

Scendo dal treno, attraverso il piazzale della stazione, affollato di persone e di traffico, e salgo sull'autobus fermo al capolinea, già pieno di gente. Dopo qualche minuto, l'autista accende il motore, chiude le porte e va. Sto lì, perso nei miei pensieri, quando vedo che mi si avvicina un tipo. Avrà trent'anni, è rovinato, sudicio, emana un cattivo odore, e mi rivolge la parola con un tono lamentoso da tossico in crisi d'astinenza.
- Scusa, questo porta al Biri?
Non poteva essere diretto da nessun'altra parte: questo è un autobus che va nella zona industriale, di solito porta lavoratori, o studenti che scendono nella zona degli istituti universitari, ma passa anche dall'orrido piazzale affogato nel traffico che, insieme alle vie circostanti, è sede di uno dei maggiori centri di smercio di droga della regione. Peraltro, la zona è appropriata, visto che da lì parte una teoria di capannoni a scatola che ospitano centri commerciali e rivendite in franchising, che si conclude qualche chilometro più in là con l'apoteosi della grande distribuzione, nelle vicinanze del casello dell'autostrada. Uno dei non luoghi più angoscianti che mi sia capitato di vedere.
Lo ammetto, non sono felice delle attenzioni rivoltemi da questo individuo dall'aspetto poco invitante e poco raccomandabile, ma non posso far finta di niente.
- Sì, va al Biri.
Ma la risposta non lo soddisfa. Evidentemente è troppa l'ansia di arrivare ad acquistare la dose che gli serve, e ha paura di essere su un autobus sbagliato.
- Ma sicuro che va al Biri?
- Sì, ora va su per di qua, poi ad un certo punto gira a sinistra, passa per gli istituti universitari e poi va al Biri.
- Tu scendi lì?
In un flash, immagino che qualcuno abbia cambiato durante il fine settimana il percorso di questa linea, e che io finirò sgozzato da un tossico in crisi d'astinenza che pensa lo abbia voluto imbrogliare.
- No, io scendo prima, quando gira.
- Ma proprio sicuro che ci va?
A questo punto, comincio anche a spazientirmi, e rispondo:
- Ascolta, se non mi credi prova a chiedere all'autista.
La risposta arriva, e non sono le parole, ma il tono accorato, disperato, a colpirmi:
- Gliel'ho chiesto, ma lui mi ha trattato male.
Ecco, io dentro di me ho provato fastidio, repulsione e anche un filo di timore. Ma almeno non l'ho trattato male.

13 novembre 2008

Ricco nord-est in declino

Rimando i miei pochi lettori a questo post di Galatea, che merita assolutamente di essere letto. Perché è scritto benissimo, e perché tratteggia una realtà che è ancora più percepita che rappresentata, ma non per questo è meno vera e incombente.

12 novembre 2008

Made in Italy

Dall'ANSA:

MAFIA SPA PRIMA AZIENDA, 130 MLD FATTURATO
ROMA - La prima azienda italiana si chiama 'Mafia spa' e ha un fatturato annuo complessivo di circa 130 miliardi di euro e di un utile che sfiora i 70 miliardi al netto degli investimenti e degli accantonamenti.
E' quanto emerge dal rapporto 'Sos impresa' della Confesercenti sulla criminalità, presentato a Roma, e in cui si sottolinea che il solo ramo commerciale della criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell'impresa ha ampiamente superato i 92 miliardi di euro, una cifra intorno al 6% del PIL nazionale.
"Ogni giorno una massa enorme di denaro passa dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi, qualcosa come 250 milioni di euro al giorno, 10 milioni l'ora, 160 mila euro al minuto", si legge nel rapporto.
Come ogni grande azienda, si può immaginare che abbia un grosso influsso anche sulla politica.
L'interessante rapporto "Sos impresa" è accessibile a questo indirizzo.