31 ottobre 2006

Il picco del petrolio secondo Total

Questo blog è da sempre un convinto sostenitore della tesi secondo cui mancano ormai pochi anni al "picco del petrolio", ovvero al momento in cui l'offerta mondiale di petrolio raggiungerà un valore massimo, per poi iniziare a decrescere, a causa di ragioni strutturali. Non si tratta, sia ben chiaro, di una "fine del petrolio". Il petrolio continuerà ad essere utilizzato ancora per parecchi decenni. Semplicemente, l'offerta non sarà più in grado di soddisfare la domanda, e ci ritroveremo quindi con prezzi dei prodotti petroliferi sempre più elevati, e soggetti ad intense oscillazioni, con gravi conseguenze per l'economia mondiale, vista la sua dipendenza dall'oro nero.

Questa tesi, eretica rispetto al messaggio normalmente propagandato secondo cui "abbiamo petrolio ancora per 40 anni" è portata avanti già da parecchi anni da ASPO (Association for the Study of Peak Oil), di cui ricordiamo che esiste una valida e scientificamente qualificata sezione italiana. Man mano ha incontrato un riconoscimento sempre maggiore, pur restando tuttora un "minority report".

Oggi però ci giunge la notizia che la compagnia petrolifera francese Total, nella persona del suo amministratore delegato Thierry Desmarest, ha dichiarato di non credere agli ottimistici scenari energetici proposti dall'Agenzia Internazionale per l'Energia, e di ritenere che il picco del petrolio si verificherà in un momento compreso tra il 2010 e il 2020, a seconda di quanto rapida sarà la crescita della domanda nei prossimi anni. Tenuto conto che la previsione ufficiale dell'ASPO è che il picco si avrà nel 2010, possiamo ufficialmente arruolare la Total tra i "profeti del picco", anche se la sua previsione di una produzione di picco di 100-110 milioni di barili al giorno ci appare comunque troppo ottimistica.

Insomma, lo ripetiamo per i più distratti. Forti dell'opinione dei geologi Total, possiamo affermare che l'era del petrolio a basso costo finirà tra una decina d'anni. Forse solo quattro. In questo discorso, ovviamente, 70$/barile va considerato ancora un prezzo basso.

"Verso il baratro" vi fornisce questa notizia alle 21:20 del 31/10/2006, battendo sul tempo il mitico blog "Petrolio"! :-)

30 ottobre 2006

Il rapporto Stern

E' uscito un nuovo documento sugli effetti del riscaldamento globale. E' un rapporto redatto da Nicholas Stern, non un climatologo, ma un economista, ex-dirigente della Banca Mondiale. Sembra aver avuto più risonanza di altri documenti analoghi, perché ha messo l'accento non sugli effetti del riscaldamento globale sull'ambiente, ma sulle conseguenze economiche, che sono state quantificate in un 20% del prodotto interno lordo mondiale perso a causa dell'aumento della temperatura del globo. Un altro effetto che è stato descritto nel rapporto, è che si avranno 200 milioni di profughi in fuga dal deserto, un esodo di proporzioni colossali, mai viste prima.

Se da un lato è molto triste che occorra far leva sugli aspetti economici, mentre dei ghiacciai o delle estinzioni di massa sembra non importare nulla a nessuno, dall'altro è interessante che finalmente si inizi a comprendere la reale entità del problema, e tutte le sue ramificazioni, incluse le gravi tensioni e i conflitti a cui porterà l'esodo di un numero così elevato di persone.

25 ottobre 2006

Pansa e la Resistenza

Infuria la polemica sull'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "La grande bugia", che parla di omicidi commessi da partigiani dopo la fine della guerra. Non abbiamo motivo di dubitare che i fatti riferiti da Pansa siano veri.

Vogliamo però chiederci se questo libro, pubblicato a suon di fanfare, era opportuno in una fase in cui l'ascesa dei nuovi fascismi è sempre più forte. No, non era opportuno. Oggi più che mai abbiamo bisogno di credere che è possibile resistere al fascismo. E non saranno degli eventi, certamente drammatici, ma accaduti in un tempo confuso e violento quale è quello che ogni guerra si lascia dietro, a farci cambiare idea. Ma soprattutto, a noi questa appare come una manovra studiata a tavolino. L'intenso battage pubblicitario che ha accompagnato l'uscita del libro dimostra che c'è chi sta lavorando in direzione del ben noto obiettivo di arrivare a dire che erano tutti uguali, fascisti e antifascisti. E' tanto che ci lavorano, e Pansa ha dato un bell'aiuto. Già il titolo, la dice lunga.

Sul vero significato della Resistenza, soprattutto per ciò che riguarda le implicazioni geopolitiche, e sul perché ci sia tanto lavorio per sminuirne il significato, consigliamo la lettura del libro di Noam Chomsky, "I cortili dello zio Sam" (disponibile gratis), e in particolare del capitolo "Restaurare l'ordine tradizionale", dove si parla anche della Resistenza italiana.

Non riteniamo di dover spendere altre parole su questa questione. Molto meglio lasciare la parola a Stefano Benni, con un brano del suo romanzo "Saltatempo", un libro la cui lettura vi consiglio con tutto il cuore:

"Noi ci abbiamo creduto, la nostra vita è stata piena di porcherie e meschinerie, ma ogni tanto suonava la tromba e tutti al nostro posto, a lottare e a darci una mano. Abbiamo creduto di poter essere liberi, di non far tornare quei vent'anni di divise nere. Ma la tromba suona fioca adesso. Ci hanno venduto, uno per uno. Hanno venduto le nostre povere vite e la nostra storia, per fare una storia insieme agli altri, una storia finta, che non ha neanche un lieto fine, finisce nell'indifferenza per tutto e per tutti. Se gli servirà a far voti, ci insulteranno pure."
Se leggerete questo libro, capirete anche l'attinenza tra la Resistenza e le tematiche di cui questo blog si occupa solitamente.

22 ottobre 2006

Galere

La progressiva fascistizzazione delle democrazie occidentali procede. Ora giunge la notizia che la Gran Bretagna vuole ordinare una nave-prigione, allo scopo di fornire nuove celle atte ad ospitare una popolazione carceraria in continua crescita. Si torna così al passato, quando il termine "galera" stava appunto ad indicare un tipo di nave su cui si scontavano condanne penali.

Per correttezza, va dato atto alla Gran Bretagna di starsi adoperando per evitare che il numero di carcerati non ecceda il numero massimo di posti disponibili nelle prigioni (come ci spiega il Guardian): un atteggiamento molto più civile di quello italiano, dove per anni non ci si è fatti scrupolo di stipare persone in carceri fatiscenti in numero ben superiore a quello della massima capienza possibile. Tanto che il governo ha dovuto infine ricorrere all'indulto, che per quanto criticato da molti anche a sinistra, è stato un doveroso atto di umanità, perché è incivile far stare le persone accalcate come bestie in allevamenti intensivi (incidentalmente, lo è anche per gli animali degli allevamenti).

Resta comunque il fatto che il numero di carcerati nei paesi occidentali è in continua crescita, indice del fatto che il conflitto tra ricchi e poveri si fa sempre più aspro. Il ricorso al carcere è un possibile metodo di dirimere i conflitti sociali. Ci sarebbero metodi più civili, come la redistribuzione della ricchezza, ma non è quella la direzione in cui stiamo andando. Come sempre, in questa tendenza sono gli Stati Uniti a fare la parte del leone. Infatti negli USA ormai la popolazione carceraria ha superato i due milioni di persone, e oltre quattro milioni sono soggette a pene alternative. Questo porta a sei milioni e mezzo il numero di persone soggette a qualche forma di trattamento penale, addirittura più del 2% della popolazione totale del paese, inclusi vecchi e bambini.

Un bell'articolo su questi fenomeni, di cui consiglio decisamente la lettura, è disponibile sul sito del Centro Jura Gentium dell'Università di Firenze, a firma di Danilo Zolo.

19 ottobre 2006

Meraviglia senza parole


Da Repubblica.

18 ottobre 2006

Guerra spaziale

Il presidente George W. Bush ha firmato un documento che traccia la nuova strategia spaziale degli Stati Uniti. Il documento afferma il diritto degli USA di bloccare l'accesso allo spazio per tutti i paesi che siano ritenuti ostili ai suoi interessi. In altri termini, gli USA si arrogano il diritto di considerare lo spazio come "cosa loro", e di impedire con la forza delle armi ad altri di accedervi.

Come verrà ottenuto questo risultato? Anche se non viene esplicitamente detto, la ovvia conseguenza è l'immissione in orbita di armamenti. Finora lo spazio era stato esente dalla presenza di armi, per comune accordo tra i paesi dotati di una politica spaziale. Gli Stati Uniti quindi si avviano a rompere un altro tabù, e a rendere lo spazio terreno di scontro, anche armato, con la solita scusa della difesa dei propri interessi (motivazione alla base di tutte le guerre, passate e future). La guerra spaziale è, dunque, alle porte. Per approfondire, potete leggere l'articolo dell'ANSA o quello della BBC (in inglese).

15 ottobre 2006

A chi serve la bomba coreana?

Nel post precedente (e nei commenti) ho ribadito che la classificazione della Corea del Nord come "stato canaglia" (bel linguaggio da cowboy) da parte degli USA ha contribuito ad accelerare lo sviluppo dell'arma nucleare coreana, secondo un ben noto meccanismo per cui l'esistenza di minacce esterne, vere o presunte, costituisce uno stimolo e una scusa per la corsa al riarmo.

Ma poi, la bomba coreana è veramente un problema per gli USA? Sarà un po' fantapolitica, ma potrebbe in realtà rivelarsi, sempre nell'ottica del ragionamento appena fatto, un'ottima scusa per spronare il riarmo degli alleati statunitensi in Asia, in particolare la Corea del Sud e il Giappone. Alleati che potrebbero avere anche un importante ruolo in chiave anti-cinese. E già, perché la vera minaccia per gli USA oggi, nella corsa all'accaparramento delle risorse residue del pianeta, è la Cina. E quale occasione migliore della minaccia nucleare coreana per piazzare vicino ai suoi confini basi militari e magari armi nucleari?

Sembra contorto? Ma la geopolitica è contorta. In ogni caso, chi ci va di mezzo siamo sempre noi.

09 ottobre 2006

Test nucleare della Corea del Nord

La Corea del Nord è entrata a far parte del club nucleare, facendo esplodere la sua prima bomba atomica. Non possiamo che osservare che il risultato del fatto che qualcuno grande e grosso redige una lista di "stati canaglia" è che questi facciano di tutto per procurarsi l'unica arma in grado di garantire la loro sopravvivenza. Con questo non vogliamo trovare scusanti per la Corea del Nord, ma notare come ogni espressione di ostilità porti a delle conseguenze, che porteranno ad altre conseguenze, in un avvitamento mortale. Cinquant'anni di guerra fredda dovrebbero avercelo insegnato, ma evidentemente non è così. Mentre gli USA parlano di una "atto provocatorio", e il Giappone di "atto imperdonabile", il mondo compie un altro passettino verso l'orlo del baratro.

Nel frattempo, estinizioni a go-go a causa del cambiamento climatico. Ma pare che non interessi quasi a nessuno, che le meraviglie create dalla natura nell'arco di milioni di anni vengano perse per sempre. Le rane arlecchino stanno scomparendo. Un altro pezzetto di Dio che muore.

08 ottobre 2006

L'ultima frontiera

L'ultima frontiera della corsa verso il baratro l'ho vista oggi in una pubblicità televisiva: prugne secche importate dalla California, impacchettate una a una.

I posteri, costretti a tirare avanti faticosamente nello sfacelo ecologico e nella penuria di combustibili fossili che avremo loro lasciato, stenteranno a credere che cose simili siano davvero esistite.

05 ottobre 2006

Siccità, fame, migrazioni

Non è solo "Verso il baratro" ad avere una visione catastrofica del futuro. Apprendiamo dall'ANSA che l'autorevole Hadley Centre for Climate Prediction and Research ha presentato uno studio, in base al quale si prevede che a causa del riscaldamento globale entro il 2100 metà dell'intero pianeta sarà afflitto dalla siccità. Oggi il 25% della Terra è afflitto da siccità moderata, l'8% da siccità grave e il 3% da siccità estrema. Queste percentuali saliranno rispettivamente a 50%, 40% e 30%. Come dire che metà della Terra sarà afflitta da mancanza d'acqua, e un terzo sarà un deserto. Questo segnerà la condanna a morte di centinaia di milioni di persone, e migrazioni su scala mai vista prima. Tutto ciò perché un paio di generazioni di sciagurati, nei paesi industrializzati, hanno ritenuto indispensabile utilizzare mezzi motorizzati per ogni spostamento, e consumare voracemente le risorse del pianeta per la produzione di beni per lo più inutili.

04 ottobre 2006

Plutonio

La Nuova Ecologia riporta la notizia di una fuga di plutonio avvenuta presso il Centro ENEA della Casaccia, vicino al lago di Bracciano. Il plutonio, oltre ad essere fortemente radioattivo, è anche estremamente tossico. La fuga è avvenuta la scorsa primavera, ma se ne è avuta notizia solo ora. Anche in questo caso, come già in quello delle perdite di acqua radioattiva a Saluggia, è coinvolta la Sogin, che a quanto pare non ha proprio idea di cosa sia la trasparenza.

03 ottobre 2006

Il disastro che avanza

- Buongiorno sig. V, mi chiamo X. La chiamo perché ho sentito dire in giro che avrebbe intenzione di vendere il suo uliveto che si trova a M. A me interesserebbe acquistarlo, perché è situato sul lato opposto della valletta dove si trovano la casa e il campo dei miei genitori.

- Si, avevo pensato di venderlo, ma ho deciso di tenerlo, perché sto trattando col Comune per farlo diventare edificabile.

- ..... (resta senza fiato)

Ma possibile che, in una regione e in una provincia che sulla bellezza dei paesaggi hanno costruito una florida industria turistica, non ci sia una legge che tuteli il diritto a non vedere il proprio paesaggio devastato da costruzioni (che, l'Istat ci insegna, sono completamente inutili, visto che ci sono in Italia milioni di case non abitate)? Chi ci salverà dall'avanzata dei barbari?

02 ottobre 2006

Propaganda

Il livello di propaganda per coltivare nelle persone la paura e la diffidenza sta raggiungendo livelli veramente ridicoli. Sul sito di Repubblica è disponibile un video, presentato con una semplice didascalia che dice che il video mostrerebbe due attentatori dell'11 settembre 2001 che "ridono, scherzano, leggono il loro testamento di martiri". Peccato che poco più sotto si dica anche che il filmato è senza sonoro e che finora non si è riusciti a decifrare cosa dicano i due attentatori. Ma se è così, allora come si fa a dire che stanno leggendo il loro testamento? E poi, da dove è uscito questo casereccio documentario? Non so perché, ma a me dà tanto l'impressione di una recita da filodrammatica... intanto però l'opinione pubblica viene bombardata con un messaggio subliminale: "Là fuori è pieno di arabi cattivi..., sono addirittura capaci di scherzare e ridere sulla morte". I nefasti risultati non tarderanno a farsi sentire.