E' uscito il rapporto IPCC, intitolato "Cambiamento climatico 2007: impatti, adattamento e vulnerabilità" ed è pieno di visioni cupe per il nostro futuro. Non starò a riassumerne i contenuti, ad esempio la prevista estinzione del 30% delle specie viventi, potete leggere a riguardo i numerosi articoli, as esempio quello dell'Unità o quello di Yahoo!News, focalizzato sugli effetti sulla salute.
Ciò che colpisce è che queste previsioni, catastrofiche ma scientificamente fondate, vengano rapidamente archiviate come una notizia fra le tante. Sembra mancare la capacità di comprendere il baratro che ci si sta spalancando davanti. Ho accanto a me La Repubblica di oggi, e le notizie in prima pagina riguardano la legge elettorale e la questione Telecom. Solo un titoletto rimanda alle pagine 16 e 17, dove viene trattato l'argomento. Del resto, sono già passati due giorni dalla pubblicazione del rapporto, la notizia è "vecchia".
Oggi si svolge a Roma una marcia contro la pena di morte, iniziativa meritoria a cui questo blog aderisce virtualmente. Eppure, a voler dare alle cose le giuste proporzioni, bisognerebbe marciare ogni giorno per invocare la salvezza dei futuri condannati a morte del disastro ambientale. Che non si contano a centinaia o migliaia, come le vittime della giustizia umana, ma a milioni e decine di milioni. Forse sono proprio queste cifre così grandi ad impedirci di afferrare la portata del disastro. O forse c'è un senso di ineluttabilità, analogo a quello espresso dal sottotitolo di questo blog.
Ma in realtà io credo che, molto semplicemente, dietro questo apparente disinteresse si celi una fede: la fede in quel progresso tecnologico, che in cinquant'anni ha innalzato oltremisura le nostre condizioni di vita. Si stenta ad accettare che questo innlazamento abbia silenziosamente gettato le basi per un crollo futuro. La tecnologia è magia, come ha spiegato così bene Umberto Eco. Che dietro la magia bianca si celi quella nera, è qualcosa a cui non riusciamo a credere. E la saggezza che ci viene dal passato, racchiusa in storie come quella del pesciolino d'oro, l'abbiamo persa per strada, sedotti dall'omino di burro e dal suo paese dei balocchi.
08 aprile 2007
Il rapporto IPCC
Etichette: clima, estinzioni
Pubblicato da Deserteur alle 11:46
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1 commento:
La ringrazio per Blog intiresny
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