Ancora a proposito dei sacrifici umani, vorrei segnalarvi la meritoria Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Dal cui sito apprendo che avevo esagerato per difetto, il numero di morti sulle strade è 8000 ogni anno, mentre i feriti sono 300.000, e i disabili gravi sono 20.000.
Anche prescindendo dal dolore e dalla sofferenza (cosa che non è giusto né morale fare), ci si potrebbe chiedere quale sia il costo puramente economico di tutto ciò.
E c'è chi pensa di risolvere il problema costruendo più strade, bretelle, tangenziali, che porteranno più auto, più camion, più morti e feriti e invalidi, più sangue. Mentre l'unica soluzione sta nel distogliersi dall'adorazione del mostro, dall'iniziare a vivere consumando meno, sempre meno, e possibilmente solo produzioni locali. Solo così sarà possibile ridurre quei flussi di traffico che gli adoratori della crescita vogliono in continuo aumento, a perenne omaggio del loro vitello d'oro.
Pensateci. A fronte del desiderio materiale di un oggetto non necessario, una rinuncia non significherà soltanto risparmiare risorse del pianeta, ma anche potrà salvare la vita di qualcuno. Impariamo a rinunciare, e a gioire della nostra rinuncia.
PS: Tutto ciò non toglie che non condivido per nulla l'appello dell'AIFVS contro l'amnistia.
04 luglio 2006
Sacrifici umani 2
Pubblicato da Deserteur alle 15:18
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