La signora P., fervente spettatrice di un telegiornale dei peggiori, mi dice: "e poi questo Englaro, ora è pure indagato perché ha fatto fare le foto di sua figlia e poi le ha vendute".
Poco importa che, come ha fatto saggiamente notare Galatea, ciò che ha contraddistinto quest'uomo nella sua battaglia perché sua figlia potesse avere pace è stata proprio la grande dignità, che ha fatto sì che le uniche foto di Eluana che sono circolate sono quelle che la ritraevano giovane e sorridente, e mai quelle del suo stato vegetativo, che pure sarebbero state di grande aiuto per la sua causa. La mistificazione che ancora si fregia dell'epiteto di informazione non concede tregua. Ne ho visto un pezzetto, ieri sera, di quel telegiornale. E ancora si è parlato di quel caso, in modo allusivo, mafioso, ventilando senza dire che in realtà si sia trattato di un omicidio. Mi si sono torte le budella, davanti a tanto squallore, a tanta mancanza di umanità, a quel conduttore imbellettato che si beava del proprio potere mediatico, della propria capacità di gettare pietre e nascondere la mano dietro il diritto di cronaca. E al pensiero che milioni di persone lo seguono ipnotizzate, condividendo quei valori, quel modo viscido di porsi, quel vuoto interiore.
Chissà se un giorno avremo la forza di aprire le finestre, tutti insieme, e buttare nelle strade milioni di televisori. Tutti in una sola sera, ad esprimere la liberazione dalle catene intellettuali che sono state poste ai nostri cervelli, che ci impediscono di vedere oltre il ghigno del conduttore di turno.
01 marzo 2009
Mistificazioni
Etichette: vita moderna
Pubblicato da Deserteur alle 08:44
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2 commenti:
E se buttassimo quelli che la TV la riempione di oppio dei popoli.
Hi thanks for posting thiis
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