Magari non a tutti interessa che le tigri si estinguano, che i ghiacciai si sciolgano, o che le terre coltivabili vengano invase dal cemento. O meglio, non lo ritengono così rilevante per le proprie vite, nell'illusione cornucopiana che il nostro pianeta sia talmente vasto da potersi permettere qualche piccola perdita.
Ma che dire dei monumenti più importanti lasciati dalle civiltà umane? Le Piramidi, la Cappella Sistina o il Taj Mahal, non sono cose uniche, la cui perdita sarebbe un danno devastante e irrimediabile? E la Grande Muraglia cinese? Ebbene, la Grande Muraglia tra vent'anni potrebbe non esserci più. Ce lo racconta Repubblica, riprendendo un articolo del Guardian.
Ancora una volta, la responsabilità è degli stessi fenomeni che stanno devastando gli ecosistemi. In questo caso, la distruzione di foreste e praterie per far posto prima a pratiche industriali non sostenibili che hanno finito per creare ampie zone di deserto e oggi a impianti industriali e miniere ha fatto crescere a dismisura il numero e la violenza delle tempeste di sabbia, che stanno erodendo la Grande Muraglia. In effetti, secondo l'agenzia Xinhua, già oggi ampie sezioni della muraglia sono ridotte a cumuli di detriti, e parecchie torri di vedetta si sono disintegrate.
Chissà se almeno di questo riusciremo a vergognarci, con i nostri discendenti?
31 agosto 2007
La grande muraglia
Etichette: desertificazione
Pubblicato da Deserteur alle 19:40
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