25 ottobre 2006

Pansa e la Resistenza

Infuria la polemica sull'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "La grande bugia", che parla di omicidi commessi da partigiani dopo la fine della guerra. Non abbiamo motivo di dubitare che i fatti riferiti da Pansa siano veri.

Vogliamo però chiederci se questo libro, pubblicato a suon di fanfare, era opportuno in una fase in cui l'ascesa dei nuovi fascismi è sempre più forte. No, non era opportuno. Oggi più che mai abbiamo bisogno di credere che è possibile resistere al fascismo. E non saranno degli eventi, certamente drammatici, ma accaduti in un tempo confuso e violento quale è quello che ogni guerra si lascia dietro, a farci cambiare idea. Ma soprattutto, a noi questa appare come una manovra studiata a tavolino. L'intenso battage pubblicitario che ha accompagnato l'uscita del libro dimostra che c'è chi sta lavorando in direzione del ben noto obiettivo di arrivare a dire che erano tutti uguali, fascisti e antifascisti. E' tanto che ci lavorano, e Pansa ha dato un bell'aiuto. Già il titolo, la dice lunga.

Sul vero significato della Resistenza, soprattutto per ciò che riguarda le implicazioni geopolitiche, e sul perché ci sia tanto lavorio per sminuirne il significato, consigliamo la lettura del libro di Noam Chomsky, "I cortili dello zio Sam" (disponibile gratis), e in particolare del capitolo "Restaurare l'ordine tradizionale", dove si parla anche della Resistenza italiana.

Non riteniamo di dover spendere altre parole su questa questione. Molto meglio lasciare la parola a Stefano Benni, con un brano del suo romanzo "Saltatempo", un libro la cui lettura vi consiglio con tutto il cuore:

"Noi ci abbiamo creduto, la nostra vita è stata piena di porcherie e meschinerie, ma ogni tanto suonava la tromba e tutti al nostro posto, a lottare e a darci una mano. Abbiamo creduto di poter essere liberi, di non far tornare quei vent'anni di divise nere. Ma la tromba suona fioca adesso. Ci hanno venduto, uno per uno. Hanno venduto le nostre povere vite e la nostra storia, per fare una storia insieme agli altri, una storia finta, che non ha neanche un lieto fine, finisce nell'indifferenza per tutto e per tutti. Se gli servirà a far voti, ci insulteranno pure."
Se leggerete questo libro, capirete anche l'attinenza tra la Resistenza e le tematiche di cui questo blog si occupa solitamente.

4 commenti:

alduccio ha detto...

Il discorso è semplice: raccontando solo una parte della storia (ed enfatizzandola), l'effetto che si ottiene è insegnare delle falsità Pur raccontando cose vere.
Ci sono state delle morti/ vendette da parte dei partigiani? Sì è vero. E le morti dei repubblichini, dei tedeschi? Non andrebbero raccontate contestualmente?
E un'altra cosa: piantiamola col dire che tutti i partigiani (e tutti i combattenti) erano comunisti. Questa sì è un falsità
Aldo

meinong ha detto...

Perfettamente d'accordo
ho fatto un post analogo
http://pensatoio.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1217318

Pensatoio

Deserteur ha detto...

Forse il problema maggiore sta nel fatto che girellando qua e là nei blog si leggono tante opinioni di gente che si dice di sinistra e trova apprezzabile che Pansa ridiscuta in maniera critica la Resistenza. Ignorando il fatto che, come dice Pensatoio nel suo post, già altri l'hanno fatto, e in modo metodologicamente più appropriato, e soprattutto senza rendersi conto della potenza di fuoco mediatica che appoggia il libro di Pansa, ottenendo l'effetto-falsità efficacemente descritto da alduccio. Cioè, la cosa che mi preoccupa è l'incapacità di molta sinistra di andare oltre la semplice questione dell'onestà intellettuale, e abbracciare tutto il contesto di lotta mortale tra memoria storica dell'antifascismo e revisionismo strisciante che vuole tutto confondere e rendere la nostra storia, per usare l'efficace espressione di Pensatoio, "un'indistinta pallottola di merda". Nonostante anni di berlusconismo, non siamo ancora vaccinati contro l'uso dei mezzi di comunicazione per plasmare la realtà percepita a vantaggio di chi li controlla.

Anonimo ha detto...

sorry non sono d'accordo !
e solo storia, e come appassionato
di storia ritengo utile qualsiasi
informazione e dettaglio della
seconda guerra mondiale e del
dopoguerra ...
i neo fasciti non hanno mica
bisogno di questo libro per
le loro opinioni ...
fabio