Secondo la "lista rossa" della World Conservation Union, sono più di 16.000 le specie animali a rischio di estinzione, riporta Repubblica. Tra esse, l'orso bianco, l'ippopotamo e la gazzella, un terzo degli anfibi esistenti e un quarto delle conifere. Ovviamente, per quelli che guardano solo all'economia e al PIL, la cosa è di poca rilevanza. Ma in realtà la biodiversità è nel lungo periodo essenziale alla sopravvivenza della specie umana. E una specie animale, una volta estinta, non si può ricostituire, è un patrimonio unico perso per sempre.
Nell'ultimo articolo scritto prima di morire, nel 2001, Donella Meadows, una degli autori del famoso rapporto "I limiti dello sviluppo", parla proprio dell'estinzione degli orsi bianchi. Io non condivido il suo ottimismo (ma non oso neanche paragonarmi a lei). Condivido però le lacrime versate dalla sua amica, che dice, nell'apprendere che l'orso bianco è destinato ad estinguersi: "Cosa dirò al mio bambino che oggi ha tre anni?". Già. Cosa gli diremo?
03 maggio 2006
Estinzioni di massa
Etichette: estinzioni
Pubblicato da Deserteur alle 10:14
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2 commenti:
Gli potresti citare questi versi:
"Noi umani /
sempre in bilico /
tra la tragedia e la farsa"
e poi pensare (sul serio) a fare quel che consigliava Rousseau due secoli fa: "tornate ai vostri orti"
Grazie mille per il contributo poetico. Sono tuoi i versi?
All'orto mi ci sto già dedicando, ed è un'esercizio che consiglio a tutti, anche perché è molto istruttivo per imparare a percepire i cicli della natura. Certamente più che andare al supermercato.
Resta comunque il fatto che le nostre colpe nei confronti delle generazioni che verranno sono enormi, e mi piacerebbe che si iniziasse a percepirle e a vergognarsene.
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