L'anidride carbonica (CO2) è, lo ricordiamo, il principale gas responsabile del riscaldamento globale che sta portando ad una mutazione irreversibile del clima terrestre. Non può dunque che destare preoccupazione la notizia che negli ultimi dieci anni le emissioni di CO2 nel mondo sono aumentate del 15%. Lo riporta l'edizione 2006 del "Little Green Data Book 2006" edito dalla Banca Mondiale. Più precisamente, si legge nel comunicato stampa che nel 2002 le emissioni di CO2 sono state di 24 miliardi di tonnellate, in aumento appunto del 15% rispetto al 1992. Notiamo che ben un quarto di questo totale è dovuto agli Stati Uniti, e un decimo ai paesi dell'area Euro. E che la Cina è ormai seconda solo agli USA quanto a emissioni, con l'attenuante di avere molti abitanti, ma con l'aggravante di avere una crescita molto rapida.
C'è ben poco da stare allegri a quanto pare, né sembra che il protocollo di Kyoto riuscirà ad ottenere le piccole e largamente insufficienti riduzioni di emissioni che si prefigge. A meno che la crisi energetica non causi una recessione globale con conseguente riduzione dei consumi e della produzione di CO2. A che prezzo però per le popolazioni, se ciò avverrà in maniera catastrofica e incontrollata? Meglio sarebbe iniziare politiche programmate di stabilizzazione dei livelli di produzione e consumo delle maggiori economie, invece di continuare a perseguire una crescita continua che avrà come naturale conseguenza il superamento dei limiti e il successivo collasso.
11 maggio 2006
Crescono le emissioni di anidride carbonica
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