20 febbraio 2009

Colera

Morire di colera nel 2009. Accade, e parecchio anche. In Zimbabwe, ad esempio. Dall'ANSA:

Zimbabwe: colera, quasi 4 mila morti
Salgono a oltre 80 mila i cadi di infezione
(ANSA) - GINEVRA, 20 FEB - Appare inarrestabile l'epidemia di colera in Zimbabwe: 3.759 i decessi accertati, mentre sono saliti a 80.250 i casi di infezione. Secondo i dati resi noti dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), il tasso di mortalita' dell'epidemia scoppiata in agosto e' alto, al 4,7%. Il colera e' una malattia curabile, ma nello Zimbabwe il sistema sanitario e' al collasso e la propagazione della malattia e' favorita dalla decrepitezza del sistema fognario e delle infrastrutture idriche.

03 febbraio 2009

Cattiveria

Un uomo, solo, lontano dalla terra natia, senza una famiglia, senza un lavoro, giace in un letto d'ospedale, devastato da tremende ustioni, a causa di un gruppo di balordi che gli ha dato fuoco mentre dormiva su una panchina.

Allo stesso tempo, un ministro di questa disgraziata repubblica, afferma: "Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi".

A me pare che di cattiveria, in giro, ce ne sia già abbastanza. E come stupirsi, quando il messaggio politico è talmente degradato che i ministri incitano alla cattiveria, che poi ci sia chi brucia vive le persone?

Io vorrei proporre un messaggio alternativo: "Non bisogna essere buonisti. Bisogna essere buoni".

Preparativi

Secondo questo articolo di Repubblica, la Cina si prepara a fronteggiare disordini e rivolte popolari innescate dalla crisi economica e dalla disoccupazione che ne risulta. Che in Cina, come ogni cosa, assume dimensioni epiche, l'articolo parla di 27 milioni di lavoratori che dalle zone rurali si sono trasferiti nelle zone industrializzate, e che ora, rimasti disoccupati, sono costretti a tornare indietro.
Ma anche da noi, più discretamente, si fanno preparativi, specie dopo l'esperienza di guerriglia urbana in Grecia nello scorso dicembre. Lo illustra molto bene questo post di Crisis. In sordina, l'esercito viene dispiegato nelle strade, usando come scusa recenti episodi di criminalità. E si vocifera che le prefetture stiano chiedendo alle aziende sanitarie locali di rivedere e aggiornare i piani di emergenza relativi al massiccio afflusso di feriti nelle strutture.
Ovviamente, è possibile (e auspicabile) che non succeda nulla. Ma la crisi finanziaria è sempre lì, incombente sulle nostre teste. E se una mattina i bancomat smettessero di elargire denaro e gli sportelli delle banche restassero chiusi, nessuno sa cosa potrebbe verificarsi.