11 settembre 2006

Dove coltiveremo il cibo?

La furia edilizia e produttivista sta letteralmente divorando le nostre campagne, sostituite da villette e capannoni. La Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) riporta un dato veramente inquietante: solo negli ultimi dieci anni è stata persa una superficie agricola pari a 1,8 milioni di ettari. Per confronto, la superficie agricola italiana è pari a 13,2 milioni di ettari, stando a quello che dice l'ISTAT (che, incidentalmente, conferma quanto affermato dalla CIA, anzi ne è probabilmente la fonte).

Una diminuzione del 13% della superficie agricola in dieci anni è molto preoccupante, e non solo dal punto di vista paesaggistico. Il fatto che oggi "spuntino" magicamente negli scaffali dei supermercati prodotti provenienti dai quattro angoli del mondo è legato all'ampia disponibilità di petrolio a basso costo, una preziosissima risorsa che sperperiamo senza risparmio (alla faccia, è il caso di dirlo, delle generazioni future).

Questa situazione non può durare per sempre, e anzi secondo alcuni è destinata a modificarsi in tempi piuttosto brevi, a causa dell'impossibilità di soddisfare una domanda di petrolio in continua crescita con risorse sempre più scarse, e per giunta costituite da petrolio di qualità sempre più scadente e sempre più difficile da recuperare. Ciò vuol dire che in pochi anni si potrebbe assistere ad uno spropositato aumento dei costi di trasporto, e dunque del prezzo di tutti quei beni, inclusi quelli agricoli, prodotti lontano da noi.

La conseguenza può essere, molto semplicemente, che tanti italiani non potranno permettersi prodotti provenienti da luoghi lontani. E allora, o il cibo ce lo produrremo in casa, o saremo costretti a soffrire la fame. Che parole desueta, da queste parti, no? Eppure può succedere, perché stiamo dando troppo per scontato. In realtà potrebbe accadere anche domani, basterebbe, tanto per fare un esempio, una bella rivoluzione in Arabia Saudita con chiusura dei rubinetti. O una guerra contro l'Iran...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho appena scoperto questo tuo blog tramite il sito del "contadino"(voglia di terra)...che dire,mi è sembrato di vedere scritto il mio pensiero quotidiano o per essere più precisi la mia angoscia per quello che continuo a vedere da un decennio a questa parte e che mi ha già portato ad intraprendere la via della autoproduzione...solo di cibo per adesso!ti verrò a trovare più spesso da oggi. Massimiliano

Deserteur ha detto...

Ciao Massimiliano, grazie per il tuo commento. Fa sempre piacere trovare altre persone che condividono la tua visione del mondo. Come avrai capito, qui c'è la parte più pessimista di me. Diciamo che è una specie di terapia contro l'angoscia che hai menzionato.
Ti invidio molto la tua scelta della via dell'autoproduzione. Per il momento non mi è possibile seguire il tuo esempio, ma spero di farlo in futuro.
Sarò molto felice se passerai a trovarmi ogni tanto. Un caro saluto.