07 giugno 2006

Un paese polveroso

Anche l'ultima puntata di Report è stata magistrale. Sia il servizio sul caso Calipari, sia quello sull'inquinamento da polveri sottili (PM10). Particolarmente tragica la figura dell'urbanista del Politecnico di Milano che illustrava orgogliosamente il progetto di tre torri in zona fiera, con migliaia di posti auto sotterranei e tunnel a quattro corsie per recapitare questa fiumana di macchine direttamente nel centro della città, ad arricchire la già notevole produzione di polveri ed altri inquinanti. Questo mentre a Londra si costruiscono grattacieli serviti interamente dal trasporto pubblico. Dico tragica perché lui era pure orgoglioso di questa ennesima ferita all'apparato respiratorio dei milanesi. Quanti morti in più per malattie polmonari porteranno queste torri?

Non c'è dubbio sul fatto che il problema principale dell'Italia è questa pochezza culturale anche dei più titolati, che non sanno vedere più in là del modello di trasporto esistente, quando in altre città europee si stanno attrezzando con metropolitane, tram, piste ciclabili. Un sedicente pragmatismo, questo dei nostri amministratori, che è in realtà indice del fatto che siamo un paese vecchio e stanco, e per di più un paese dove gli innovatori, quelli che sanno pensare in maniera differente, sono messi sistematicamente da parte, o costretti ad emigrare. C'è bisogno di dire che al momento in cui l'offerta di petrolio inizierà a declinare noi italiani saremo messi particolarmente male, perché saremo sprovvisti di infrastrutture sostitutive dell'auto privata? Eppure nessuno dei nostri amministratori sembra in grado di fare questo semplice esercizio di guardare appena più in là della prossima gara d'appalto. Ad occhi bendati, verso il baratro.

La cosa più sconvolgente però era il dato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: ogni anno muoiono prematuramente in Italia, a causa delle polveri sottili, 39.000 persone. Cinque volte quelle che muoiono per incidenti automobilistici. Una autentica strage.

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