Sulla vicenda del supergrattacielo che si vorrebbe costruire a Torino, credo che valga la pena di leggere questo articolo di Luca Mercalli, che dimostra una saggezza ed una visione di ciò che potrebbe offrirci il futuro in stridente contrasto con la pochezza dei nostri governanti idolatri del cemento.
In particolare, mi è piaciuto molto che Mercalli abbia posto l'accento sul fatto che piuttosto che fare sempre cose nuove sarebbe opportuno curarsi della manutenzione di quelle che già ci sono. Ho sempre pensato che uno degli aspetti più negativi dell'Italia sia proprio quello della mancanza di una cultura della manutenzione. Si fanno le cose, e poi le si lascia lì a marcire. Come se non bastasse, gli architetti progettano i manufatti avendo in mente come appariranno al momento della fine dei lavori, ma senza alcuna preoccupazione per come saranno dopo cinque, dieci o vent'anni. Ed ecco sfavillanti pensiline col tetto trasparente, che nei disegni sembrano di cristallo, ma che dopo un po' di pioggie diventano delle coperture di vetro sudicio e fangoso. O strutture avveniristiche di vetro e cemento che dopo qualche anno sembrano diroccate.
02 novembre 2007
Mercalli e il grattacielo
Etichette: territorio
Pubblicato da Deserteur alle 12:26
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