13 luglio 2007

Niente spazio per i cavalli

Una notizia dell'ANSA:

Bloccato a cavallo sulla tangenziale di Mestre
L'uomo, un 62enne argentino, era diretto in Russia
(ANSA) - VENEZIA, 13 LUG - In sella al suo cavallo sulla tangenziale di Mestre: e' l'insolito spettacolo che hanno trovato gli agenti della polizia di Venezia. L'uomo, 62 anni argentino, ha raccontato di essere partito dal suo paese natale sei anni prima, con l'intenzione di fare il giro del mondo a cavallo, e di voler attraversare il centro di Mestre per poi proseguire a Trieste, destinazione finale la Russia. Gli agenti hanno indirizzato l'argentino verso un percorso alternativo.
Dietro questa notizia, apparentemente curiosa e divertente, si cela il dramma di un territorio sacrificato al culto dell'automobile, in cui spesso risulta difficile o impossibile reperire percorsi per andare a piedi (o a cavallo) da un luogo ad un altro. Contrariamente a quanto accade nei paesi europei più avanzati, dove si pensa sempre, oltre che alle strade, ai collegamenti pedonali e ciclistici, noi siamo così imbevuti della colonizzazione culturale americana da progettare avendo in mente solo l'automobilista, proprio come avviene negli USA. E quindi, bretelle e tangenziali vanno a costituire barriere invalicabili, costringendo i non automobilisti a "percorsi alternativi", tortuosi e disagevoli, quando non pericolosi. Questo è particolarmente vero nelle parti d'Italia più "sviluppate", come questo nordest produttivo che ha dissipato il proprio territorio immolandolo sull'altare del culto degli "schei", invadendo le campagne di capannoni e delle strade per collegarli. Ed è sempre un invocare nuove strade, per supplire a quelle ormai intasate, strade che richiameranno nuovo traffico, fino ad intasarsi a loro volta, e così via in una giostra vorticosa che avrà fine solo quando l'ultimo metro quadrato sarà stato asfaltato. Poi i veneti vanno in Toscana (nella parte ben preservata, ché anche lì di sfracelli se ne son fatti non pochi) e restano a bocca aperta, e non vorrebbero più venir via. Certo, la collina ha più fascino della pianura, ma non è solo quello. E' stato grazie ad un diverso concetto del territorio e della sua gestione. Anche lì, però, i cedimenti al nuovo che avanza sono sempre più numerosi. E per favorire l'arrivo dei turisti si progettano strade e caselli, si realizzano alberghi e agriturismi (con piscina, ovviamente). E questo porterà più turisti, che avranno bisogno di più strade e alberghi, che porteranno più turisti... e alla fine potrebbe non essere molto diverso dal regno padano dei capannoni.
Poi bisognerebbe anche pensare a dove coltiveremo il cibo che ci occorre quando il prezzo del petrolio sarà tale da far diminuire l'uso di fertilizzanti, pesticidi e macchine agricole, e quindi le rese, e da impedire l'importazione di derrate alimentari da terre lontane.

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