21 marzo 2007

Simulazioni di guerra nucleare

Uno studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Health Geographics, ha valutato gli effetti di una esplosione nucleare da 20 chilotoni o da 550 chilotoni su quattro città statunitensi: New York, Washington, Chicago e Atlanta. Lo studio ha concluso che il sistema sanitario non sarebbe in grado di gestire le conseguenze di un simile attacco. L'autore dello studio, Cham Dallas, un tossicologo del Centro per la Difesa dalle Armi di Distruzione di Massa dell'Università della Georgia, ha commentato: "La probabilità di un attacco nucleare contro una città americana va costantemente aumentando, e le conseguenze sarebbero devastanti" (fonte: Bloomberg).

E' da prima della caduta del muro che non mi capitava di sentire dissertare di difesa da attacchi nucleari. In qualche modo sembrava che lo spettro della guerra nucleare, che ci opprimeva durante gli anni '80 (e anche prima, ma ero troppo giovane) si fosse dissolto. Ovviamente era solo un'illusione, il pericolo è sempre lì, anche maggiore di prima, con più contendenti nell'arena e Bush col dito sul pulsante.

Per la cronaca, cari amici statunitensi, potete anche cercare di prendere provvedimenti e migliorare la vostra capacità di risposta. Ma se qualcuno si mette a lanciare armi nucleari, siamo tutti fregati comunque, e quelli che moriranno subito saranno i più fortunati. Questa cosa la sapevamo bene, vent'anni fa, ed è una consapevolezza che sarebbe meglio recuperare quanto prima.

"Strano gioco, professor Falken. L'unica mossa vincente è non giocare".
(se non riconoscete la citazione, siete troppo giovani o troppo anziani, ma potete recuperare qui)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che anche a te alle elementari facessero vedere i documentari su Hiroshima. Quei bambini scorticati vivi sono ancora nei miei incubi. Sai che ti dico, io non ho più paura, mi sono vaccinata. Sono cresciuta con un babbo terrorizzato da tutto e terrorizzante; in fondo, vedi, sono passati 25 anni e ci siamo ancora, sarebbe stato meglio viverli più serenamente questi anni, anzichè angosciarsi, dal momento che l'angoscia non ha una funzione protettiva, quando gli eventi non sono nelle nostre mani. Mi dispiace per gli adolescenti, non li vedo molto proiettati nel futuro. Se anche sperano di riuscire a sopravvivere agli umani eventi, a cicli regolari
" gli " viene ricordato il meteorite del 2029,tanto per tenerli allegri. Se arriveranno ad essere adulti , forse questo crescere nella paura li renderà la prima generazione di buoni governanti. In genere è ciò che ci ha fatto male da piccoli che cerchiamo di evitare o di correggere da grandi.

Deserteur ha detto...

Hai perfettamente ragione sul fatto che oggi più che mai si fa vivere la gente nella paura, e questo è un male, lo dico spesso anche sul blog.
Però ho molto paura (appunto...) di una certa banalizzazione che si tende a fare delle armi nucleari: durante la guerra fredda era scontato che l'uso delle armi nucleari avrebbe significato l'olocausto mondiale (eppure ci si è andati vicino, a usarle), oggi gli americani parlano di sviluppare piccole bombe atomiche, ad esempio per penetrare i bunker sotterranei. Il problema è che un'arma nucleare, oltre alla devastazione che crea su cose e persone, disperde nell'ambiente sostanza radioattive che vi restano per tempi lunghissimi: per questo non possiamo permetterci che diventino un'arma come un'altra.

Deserteur ha detto...

Dimenticavo:
ciao, Meeme.