22 maggio 2006

Una Chernobyl ante litteram

Non so se avete visto Report, ieri sera. Se non lo avete fatto, vi consiglio di andarlo a vedere sul web, perché meritava davvero. Il servizio principale, sui fondi pensione, era illuminante. Se non lo avete ancora capito, ci stanno rubando il nostro futuro.

Qui però voglio parlare del servizio più breve, quello sui sottomarini nucleari sovietici in disarmo. Forse ancora più agghiacciante, perché rivela come questi sottomarini siano una vera bomba ad orologeria, carcasse che arrugginiscono, ognuna col suo bravo reattore nucleare dentro, nel disinteresse generale, o al più nell'interesse degli speculatori, fra cui noi italiani siamo in prima fila. In effetti, consiglio la visione del video di questo servizio, per rendersi conto dell'entità del problema.

E fra le righe è emersa una cosa interessante e (a me) sconosciuta. Il prof. Boris V. Preobrazhensky, docente esperto di ecologia, ha dichiarato che "Nel 1985 nella baia di Charma, si è verificata una situazione di emergenza. E’ saltato il coperchio di un reattore nucleare di un sommergibile a causa del rigido aumento del volume del reattore per l’acqua che si è riscaldata in fretta. C’è stata un’esplosione a caldo. Il coperchio è volato via. Dieci membri dell’equipaggio che si trovavano lì sono stati letteralmente spiaccicati sulle pareti e nell’aria sono finite grandi quantità di sostanze radioattive". In altre parole, un disastro analogo a quello di Chernobyl si è verificato un anno prima della vera Chernobyl, nel silenzio generale. E noi abbiamo respirato e mangiato, e stiamo respirando e mangiando, quelle sostanze radioattive.

Nel frattempo, la Russia costruisce nuovi sottomarini nucleari (solo negli ultimi cinque anni ne hanno costruiti tre). Né ovviamente gli USA sono da meno. Tra l'altro i sottomarini nucleari, anche quando sono in normale attività, sono molto meno sicuri delle centrali nucleari civili, come ben spiegato in un interessantissimo rapporto del Politecnico di Torino.

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