Questa mattina sono stato in una banca dove mi non ero mai recato prima. Per accedervi occorre passare dai tipici cubicoli a doppia porta. Solo che qui, per far aprire la porta interna, occorre appoggiare il dito su un sensore, che rileva l'impronta digitale, mentre una telecamera fotografa il viso della persona. Insomma, una schedatura in piena regola. Un avviso recita che i dati vengono conservati solo per sei giorni, e se necessario messi a disposizione della polizia, dopodiché vengono cancellati. Ma come facciamo ad esserne sicuri? E se invece confluissero in un archivio, insieme ai dati bancari e patrimoniali, venendo poi incrociati con quelli relativi ai consumi rilevati attraverso l'utilizzo di bancomat e carta di credito, a quelli relativi alle opinioni rilevati attraverso il traffico internet, e così via?
25 giugno 2008
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3 commenti:
Qui nel paesino sono anni che mi prendono le impronte. Alla fine ti sembra normale, ecco il trucco.
Ma mi fido della disorganizzazzione generale italica: non ne fanno niente, solo che (forse) arrivi in prima pagina come con le intercettazzioni :-)
anche a me le hanno prese, quando mi son venuti a trovare a casa i ladri. hanno spolverato il telaio come in CSI e poi ho dovuto passare in questura per poter (teoricamente) eliminare le mie da quelle trovate. mi hanno garantito che non le tengono. al di là del fatto che secondo me possono tenersele e al caso anche incorniciarle, in realtà non ho alcuna garanzia che poi le cestinano. però, come ste, confido nella disorganizzazione italica... ;-)
Ottimo. Sei sulla strada giusta. hanno già scritto tutto, è un'escalation di misure ed alla fine ci vorranno impiantare un microchip sotto pelle. Per sapere chi sono e che responsabilità hanno, consiglio di fare una capatina sul mio blog
Ambientalismo di Razza...
Magari scopriremo quali sono i "veri" pericoli per il pianeta
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