31 luglio 2006

Il dilemma energetico

La recente ondata di caldo che ha colpito l'Europa ha costretto allo spegnimento, o quantomeno alla riduzione della produzione di energia, molte centrali nucleari, come ci informa il Guardian. La causa è la scarsa portata d'acqua dei fiumi, o la loro alta temperatura. I francesi, che adorano il nucleare come se fosse il vitello d'oro, hanno consentito alle loro centrali di scaricare nei fiumi acqua a temperatura superiore a quella permessa (i pesci ringraziano).

Contemporaneamente, le centrali elettriche a gas italiane producevano ed esportavano elettricità verso il resto d'Europa, con profitti elevatissimi. Resta il dubbio se in conseguenza di ciò non ci ritroveremo il prossimo inverno con una nuova crisi del gas (ovvviamente ci diranno che è colpa della Russia), ma si sa, business is business.

Ciò che nessuno dice è che, molto semplicemente, consumiamo troppa energia. Che con semplici misure di risparmio energetico si potrebbero diminuire i consumi in maniera non piccola. Che l'adozione di uno stile di vita più sobrio e rilassato consentirebbe di vivere meglio, e di ridurre l'incidenza delle malattie mentali, che oggi dilagano, nel disinteresse della società, tanto che secondo uno studio metà degli statunitensi soffre di una qualche forma di malattia mentale, un dato che dà veramente da pensare (e qui non riesco a trattenere la battuta: in effetti circa metà degli statunitensi ha votato per Bush).

Ricordatevi poi che di aria condizionata si può anche morire, come dimostra questa notizia, tratta dal Corriere:

Il caldo ha fatto a Padova un'altra vittima: una rumena di 42 anni, Veronica Marca, è morta ieri nel primo pomeriggio all'uscita di un supermercato di Cittadella (Padova). La donna sarebbe stata colta da malore probabilmente a causa dello sbalzo di temperatura tra l'ambiente interno del punto vendita e il caldo afoso esterno. La 42enne si è accasciata al suolo, morendo poco dopo. Con ogni probabilità a stroncare la badante è stata una sincope causata da un colpo di calore.

Non stupisce: molto spesso gli esercizi commerciali tengono la temperatura interna a livelli vergognosamente bassi. Questo sarebbe un primo punto su cui si potrebbe intervenire per ridurre i consumi.

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