20 marzo 2006

La nostra eredità

Vorrei tornare sull'argomento del post di ieri, perché c'è una cosa del comportamento umano che veramente mi sfugge. Tutti, chi più chi meno, si danno da fare a migliorare la propria posizione economica ed accumulare beni. Uno degli intenti dichiarati è quello di lasciare questa ricchezza ai propri figli. Quante volte abbiamo sentito la frase, invero abbastanza triste, "mio figlio dovrà avere ciò che io non ho avuto".

Non si capisce allora perché, se è così importante l'eredità che lasceremo ai nostri figli, nessuno si preoccupi del fatto che stiamo distruggendo il clima del pianeta, e prosciugando le sue risorse. Possibile che nessuno si renda conto che il petrolio bruciato per girare in macchina come pazzi, o per inutili gare automobilistiche, o per produrre gadget elettronici che vengono subito a noia, costituisce una risorsa finita, che stiamo depauperando a danno delle generazioni future?

Centinaia di milioni di anni sono occorsi per produrre quelle riserve di combustibili fossili, petrolio in primis, che oggi noi consumiamo allegramente come se fossero infinite. Una dotazione, una ricchezza, patrimonio di tutto il genere umano, di tutte le generazioni, che noi trattiamo senza riguardo, e soprattutto senza pensare a coloro che verranno dopo, che dovranno fare senza. Già metà di tutto il petrolio esistente è stato consumato, e a questo ritmo in poche decine di anni sarà esaurito del tutto. E il petrolio, prima ancora che come combstibile, serve come materia prima per produrre fertilizzanti, medicinali, quasi tutte le cose che ci circondano.

Per non parlare del clima, che stiamo danneggiando in maniera irreparabile, e non facciamo niente perché "se no si nuoce all'economia". Cosa gliene importerà della nostra economia ai nostri figli, quando i raccolti saranno sistematicamente devastati dagli uragani, quando Venezia andrà sott'acqua, quando il pianeta sarà invivibile?

La nostra generazione, la generazione dello spreco, sarà ricordata e maledetta nei secoli a venire, da chi si troverà un pianeta prosciugato di risorse e sempre meno vivibile. Guardando indietro, si chiederanno come abbiamo potuto essere così idioti, e, soprattutto, così menefreghisti.

19 marzo 2006

Anidride carbonica: nuovo record

Nuovo record per la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, quella responsabile del riscaldamento del pianeta. Ora siamo a 381 ppm, in crescita sempre più rapida. Ma ovviamente noi siamo più furbi, il nostro stile di vita non è negoziabile, e non possiamo assolutamente rinunciare alle vacanze alle Maldive, al SUV per andare a far la spesa al centro commerciale, e al telefonino ultimissimo modello sul quale guardare le partite. Siamo furbi noi. Si, molto furbi. E ci curiamo di ciò che lasceremo ai nostri figli.

http://ulisse.sissa.it/s7_17mar06_6.jsp
Nuovo record per i livelli di anidride carbonica

Ricercatori americani hanno registrato un
significativo aumento delle concentrazioni di
anidride carbonica nell'atmosfera. A quanto pare,
i livelli hanno raggiunto un nuovo record.
Secondo i dati, i livelli sono arrivati a 381
parti per milione (ppm), 100 ppm al di sopra dei
livelli registrati in epoca pre industriale.

La ricerca è stata realizzata dalla National Oceanic and
Atmospheric Administration
(NOAA) americana e
indica che il 2005 ha fatto registrare l'aumento
maggiore degli ultimi anni pari a 2,6 ppm. I dati
sono stati raccolti sulla base di campioni di
aria atmosferica raccolti un po' in tutto il mondo.

La NOAA spiega che questi dati confermano il
trend individuato negli ultimi anni e che il
tasso di incremento dell'anidride carbonica
nell'atmosfera ha ormai una velocità doppia
rispetto a quanto aveva 30 anni fa. "Non vediamo
alcun segno di riduzione, anzi stiamo
individuando un evento del tutto opposto: il
tasso di aumento è sempre più veloce", conferma
uno dei ricercatori NOAA Pieter
Tans
. L'anidride carbonica è il principale gas
che causa l'effetto serra e la sua concentrazione
precisa nell'atmosfera è un elemento di
informazione decisivo per i climatologi. Si teme
infatti che superando certe soglie di
concentrazione la presenza dei gas serra scateni
ulteriori cambiamenti climatici, sempre più veloci.

Secondo David
King
, il capo dei consiglieri scientifici del
governo britannico, i nuovi dati sottolineano la
necessità di prendere misure urgenti per limitare
le emissioni di carbonio nell'atmosfera. "Oggi
siamo a oltre 380 ppm, il livello più alto che
abbiamo visto da circa un milione di anni e forse
da 30 milioni di anni. Ormai l'umanità sta
cambiando il clima", ha detto commentando la notizia.

14 marzo 2006

17 marzo 2006

Orrori di guerra

La guerra genera orrori, e segna un popolo per generazioni. Dagli orrori della guerra non potranno che nascere altri orrori, in una spirale senza fine. Dovrebbero pensarci i soloni, nostrani e non, che invocano la guerra (umanitaria, preventiva, ecc. ecc., ma sempre guerra) come soluzione, quando la guerra è, più di ogni altra cosa, il problema. Tanto, mica devono andarci loro, in guerra...
Sugli orrori che derivano dalla guerra, può essere salutare la lettura di questo breve articolo:

Il Manifesto, 16 Marzo 2006
IRAQ
I bambini ora giocano da morire
MARIUCCIA CIOTTA

I bambini che giocano sono l'immagine della pace e della felicità e i bambini iracheni che giocano dicono che la guerra contro il dittatore Saddam ha dato i suoi frutti. Ne valeva la pena. George W. Bush sarebbe rincuorato a ricevere una cartolina da Baghdad con la bicicletta da un lato e il pallone dall'altro in un'inquadratura del video distribuito sul web - ultimo filmato-shock che i media internazionali hanno deciso di non diffondere - dove una classe elementare esulta allegra in un campo periferico di Ramadi. I più piccoli, intorno ai sei anni, saltano e gridano mentre si lanciano qualcosa, e la brandiscono ridendo. Zoom: è la gamba di un soldato americano dilaniato da una bomba. Il filmino dura tre minuti e mostra gli scolari gioiosi che intorno a un grosso cratere esibiscono davanti alla telecamera frammenti del veicolo esploso e brandelli di divise dei marines. Qualcuno urla «Allah è grande» e poi i più piccoli si accaniscono sui cadaveri mentre i più grandi, adolescenti di circa sedici anni, cercano di fermarli perché «è vietato dalla religione». Inutilmente, la «festa» continua in un crescendo di eccitazione. Il video si chiude in una frenesia infantile sfrenata che culmina con una gara a chi prende a calci il corpo disfatto di un soldato. Visioni dell'orrore.

Il film ritrovato ieri e di difficile datazione segue ad altri, tra i quali il più recente è stato diffuso qualche giorno fa, dove Al Qaeda fa opera di reclutamento tra i ragazzini delle scuole, li incita a recitare i canti dei mujaheddin, li fotografa con i fucili in mano e infine chiede a qualcuno di loro cosa ne pensa degli Stati uniti. «Gli americani uccidono i bambini» è la risposta. Hanno ragione. Sempre ieri a pochi chilometri da lì, a Ishaqi, i marines hanno attaccato un'abitazione e ucciso cinque piccoli tra gli undici componenti della stessa famiglia, credevano che fosse un covo di Al Qaeda. Sono gli ultimi di una lunga serie.

In Iraq i bambini giocano da morire. Tutti, quelli di Ramadi e quelli di Ishaqi, doppiamente vittime di una stessa lezione di odio. Morti dentro, giocattoli spezzati che se ne vanno per le strade di Babilonia a contare i resti della loro innocenza.

15 marzo 2006

Gli insetti-cyborg

E adesso i militari americani vogliono creare degli insetti-cyborg. L'idea è di impiantare microdispositivi nei corpi degli insetti quando sono ancora allo stadio di larve, in modo che, quando la larva si trasformi in insetto, il dispositivo risulti perfettamente integrato in esso.

Fantastico no? Proprio quello che ci occorreva. Quando poi di questi insetti si perderà il controllo, con chi potremo prendercela?

14 marzo 2006

Neve gialla e oleosa

Sull'isola di Sakhalin, nella parte orientale della Russia, è caduta una neve gialla, oleosa e maleodorante, riporta l'agenzia RIA-Novosti. Come possibile causa è stato indicato l'inquinamento causato dall'industria del petrolio e del gas. Gli idolatri dell'automobile proveranno qualche rimorso, o continueranno a fregarsene come sempre?

13 marzo 2006

Disarmo nucleare addio

Gli USA hanno infine ufficializzato ciò che era divenuto ormai chiaro: non perseguiranno più l'obiettivo del disarmo nucleare, in violazione degli accordi internazionali sottoscritti (il trattato di non-proliferazione del 1968, ma anche una dichiarazione congiunta firmata da Clinton ed Eltsin nel 1998, in cui si affermava l'intenzione dei due paesi di perseguire l'obiettivo del disarmo nucleare).

La notizia la riporto qui sotto, per i contatori Geiger provate su Ebay, per ora si trovano ancora a poco prezzo.


Da Yahoo! News
US signals apparent abandonment of nuclear disarmament

Sat Mar 4, 6:59 AM ET

The United States has signaled its apparent abandonment of the goal of nuclear disarmament "for the foreseeable future" as it embarked on a quest for a new generation of nuclear warheads.

Although the term "nuclear disarmament" quietly disappeared from the Bush administration's vocabulary long ago, the statement by Linton Brooks, head the National Nuclear Security Administration, marked the first time a top government official publicly acknowledged a goal enshrined in key international documents will no longer be pursued.

"The United States will, for the foreseeable future, need to retain both nuclear forces and the capabilities to sustain and modernize those forces," Brooks stated Friday as he addressed the East Tennessee Economic Council in the city of Oak Ridge, which is home to a major nuclear weapons complex.

"The end of the Cold War did not end the importance of nuclear weapons," continued the chief steward of the US nuclear weapons program. "I do not see any chance of the political conditions for abolition arising in my lifetime, nor do I think abolition could be verified if it were negotiated."

The acknowledgement represents a departure from commitments given by previous US administrations to their negotiating partners and the international community at large.

In September 1998, then-presidents Bill Clinton of the United States and Boris Yeltsin of Russia signed a joint statement, in which they reaffirmed the two countries' commitment to "the ultimate goal of nuclear disarmament".

In addition, unambiguous disarmament clauses are contained in the Nuclear Non-Proliferation Treaty signed in 1968 by all leading nuclear powers of that era, including the United States, and now used to rein in the nuclear ambitions of countries like Iran and North Korea.

In the preamble to the accord, the signatories agreed "to facilitate the cessation of the manufacture of nuclear weapons, the liquidation of all their existing stockpiles, and the elimination from national arsenals of nuclear weapons and the means of their delivery."

They reaffirmed their commitment to nuclear disarmament in more binding language in the treaty's Article VI, which states that "each of the parties to the treaty undertakes to pursue negotiations in good faith on effective measures relating to cessation of the nuclear arms race at an early date and to nuclear disarmament."
Brooks made the remarks as he showcased the administration's plan to modernize the nation's nuclear arsenal to make it more durable and reliable.

Under the Moscow Treaty signed in May 2002, President George W. Bush committed the United States to reducing its arsenal of operationally-deployed strategic nuclear weapons to between 1,700 to 2,200 warheads by December 2012.

But experts are concerned the mainstay of the current arsenal, the W-76 warhead, is deteriorating in storage and may soon lose its reliability.

Bush requested 27.7 million dollars from Congress earlier this year to develop the so-called Reliable Replacement Warhead.

Its technical characteristics are highly classified. But Brooks said that the new warhead would have the same military value and delivery systems while being more reliable, secure and easier to maintain.

US scientists are also studying the feasibility of the Robust Nuclear Earth Penetrator, a new type of nuclear weapon capable of destroying hardened underground targets.

Brooks rejected the notion the new nuclear weapons programs undercut efforts to advance global non-proliferation.

He insisted that countries like Iran or North Korea "are reacting more to US conventional weapons superiority than to anything we have done or are doing in the nuclear weapons arena."

The official also declared the US nuclear posture to be "entirely consistent with our international obligations."