21 giugno 2006

Duri come le pigne

Il ministro delle infrastrutture Di Pietro torna sulla questione della TAV in Val di Susa, e afferma che si tratta di un'opera prioritaria, e che si farà certamente. E va bene che era insieme al commissario intergovernativo Loyola de Palacio. Però è veramente sconcertante questa insistenza su un progetto che di prioritario non ha proprio nulla, che è stato dimostrato essere insensato dal punto di vista energetico ed ambientale (si veda l'interessantissimo studio di Mirco Federici, o il libro Travolti dall'Alta Velocità), che andrà a gravare sui già dissestati bilanci statali per molti anni a venire, e che per giunta potrebbe segnare la morte prematura di questo governo, visto che alcune forze della maggioranza sono fermamente contrarie ad esso.

Non si capisce proprio questa insistenza, quasi che l'Italia non potesse andare avanti senza quella stramaledetta galleria sotto le Alpi. Ma a me, a voi che leggete, alla casalinga di Voghera, al pensionato di Lambrate, cosa cambia se si buca quella montagna oppure no? E allora per favore, cari ministri, dedicatevi a cose che servano a migliorare lo stato del nostro ambiente, che ci salvino dalle polveri sottili, dai pesticidi, dai rifiuti tossici, e via elencando (cosa che la TAV non fa, anche se è un treno, se avete dubbi leggetevi lo studio di Federici). Iniziamo a fare la vera prevenzione dei tumori, che non è quella che ci trasforma tutti in ipocondriaci, ma quella che elimina dall'ambiente le cause che li provocano. I buchi in terra, l'amianto e l'uranio tirati fuori e messi chissà dove, lasciateli a Lunardi. Anche perché stavolta avete vinto per un soffio, state attenti a non alienarvi quel soffio.

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